martedì 19 giugno 2007

MISTICISMO: MEISTER ECKHART - 2

(Dall'antologia di Meister Eckhart, La Via del Distacco, p.54)
Eckhart è un Cristiano e il suo orizzonte resta pienamente quello cristiano; né poteva essere diversamente, visto che a quel tempo in Europa non erano certo conosciuti né il Buddhismo né l'Induismo; inoltre professare altro che non fosse il Cristianesimo da parte di chi già era Cristiano poteva essere molto, molto rischioso; Eckhart stesso era sulla via per recarsi ad essere giudicato per eresia quando una morte provvidenziale lo sottrasse a cose assai spiacevoli. Anche nei suoi sermoni a volte egli pone un ‘cappello' cristiano su affermazioni che suonano più, diciamo, come buddhiste o vedanta (una tradizione induista) e che probabilmente provengono dal Neo-Platonismo . Non sappiamo se egli avesse avuto esperienze contemplative e a quale livello: diamo come possibilità che le avesse avute anche se egli non sembra parlare mai di se stesso (in questo c'è un parallelo con Sengzhao, un monaco buddhista cinese di tradizione Sanlun o Madhyamika che ha scritto cose interessanti ma di cui non si sa se ne avesse esperienza diretta) . Ad ogni modo, pur tenendo presente la cornice cristiana in cui vengono collocati i suoi discorsi, le sue affermazioni sono davvero notevoli. Già quella riportata più sopra, "Dio è negazione della negazione" riporta alla concezione che la Realtà ultima è /sono "le cose come sono", cioè Dio è negazione della realtà convenzionale ma è contemporaneamente negazione di questa negazione: le due verità di cui parla il Buddhismo madhyamika. E' interessante come Eckhart usi poi una tecnica usata in epoca moderna dai Situazionisti, quella del DETOURNEMENT , cioè lo stravolgimento delle forme tradizionali di comunicazione. Ad es. gli Atti degli Apostoli (sono andato a cercare il passo) dicono che quando Saulo di Tarso ebbe la sua visione sulla via di Damasco " si alzò da terra e aperti gli occhi, non poteva vedere nulla" (Atti, 9.8 ) . Eckhart invece scrive (Vannini, opera citata, p. 80) : " 193 / Quando Paolo fu avvolto dalla luce e gettato a terra, i suoi occhi si aprirono, in modo tale che VIDE TUTTE LE COSE COME UN NULLA. E QUANDO VIDE TUTTE LE COSE COME UN NULLA, ALLORA VIDE DIO" .

Sempre citando da Vannini (spero che non mi faccia causa ma che anzi sia lieto del mio apprezzamento verso la sua opera) , riporto qui i passi che mi sembrano più interessanti, nel senso che vanno in una direzione che, pur con i suoi limiti (limiti di ‘cappello ideologico' ) pure almeno parzialmente portano un appello a de-concettualizzare. Inoltre sono evidenti riscontri alla vacuità, cioè alla mancanza di sostanza intrinseca degli esseri e all'assenza di motivazioni nell'azione della Divinità (ma non di Dio) .Credo sia utile che parli Eckhart stesso. I passi sono numerati secondo Vannini.

1 / Il tempio in cui Dio vuole regnare da signore secondo la sua volontà è l'anima umana, che egli ha fatto perfettamente simile a sé. Perciò Dio vuole che questo tempio sia vuoto, perché all'interno non vi sia che lui solo.

7 / Dio è un permanere nella purezza della propria essenza, NELLA QUALE NON VI SONO ATTRIBUTI. Deve andarsene tutto ciò che è contingente. Egli è un puro dimorare in se stesso, dove non c'è il questo e il quello: infatti quel che è in Dio è Dio.

12 / Tutte le creature sono un puro nulla. Non dico che valgono poco o che siano qualcosa: sono un puro nulla. Quel che non ha essere, è nulla. Le creature non hanno essere, perché il loro essere dipende dalla presenza di Dio: se Dio si allontanasse un istante, le creature sarebbero annientate.

27 / Chi pensa di ricevere Dio nella interiorità, nella devozione, in un dolce rapimento o in una grazia particolare più che presso il focolare o nella stalla, non fa altro che prendere Dio, avvolgergli un mantello intorno al capo e cacciarlo sotto una panca. Perché chi cerca Dio secondo un modo, prende il modo e perde Dio, che nel modo è nascosto. Ma chi cerca Dio senza modo, lo prende come è in se stesso; vive nel Figlio ed è la vita stessa.

28 / Se si interrogasse per mille anni la vita, chiedendole perché vive, ed essa potesse rispondere, non direbbe altro che: " Io vivo perché vivo" . Questo perché la vita vive dal suo fondo proprio, e fluisce dal suo essere proprio; perciò vive senza perché, poiché vive per se stessa.

Se si domandasse a un uomo vero, che opera dal suo fondo proprio, perché compie le sue opere, questi, per rispondere giustamente, non direbbe altro che: " Io opero perché opero [quindi: senza farsene concetti, Nota mia ] " .

30 / Rendono davvero onore a Dio e gli danno quel che gli spetta quelli che sono del tutto usciti da se stessi, che non cercano assolutamente niente di proprio in nessuna cosa, grande o piccola; quelli che non considerano niente, né al di sopra né al di sotto di loro, né accanto né in se stessi; che non fanno conto di bene od onore, di soddisfazione o di gioia, di utile o di interiorità, di santità o premio, e neppure di regno dei cieli.

41 / Alcuni maestri rozzi dicono che Dio è puro essere, ma egli è al di sopra dell'essere quanto il sommo angelo è al di sopra di un moscerino. Chiamare Dio essere è falso quanto dire che il sole pallido è nero.

48 / Fintanto che l'uomo ha tempo, spazio, numero, molteplicità [cioè concetti, nota mia] non è come deve essere e Dio gli è lontano ed estraneo. Perciò Nostro Signore dice: " Chi vuole divenire mio discepolo, deve abbandonare se stessi (Lc 9, 23) .

64 / Alcuni guardano a Dio con gli stessi occhi con cui guardano a una vacca, e come una vacca lo amano. Si ama la vacca per il latte, per il formaggio, per l'utilità insomma. Lo stesso fanno coloro che amano Dio per la ricchezza esteriore o per la consolazione interiore: essi non amano davvero Dio, ma il proprio utile.

67 / Tutte le creature portano con sé la negazione: l'una nega di essere l'altra. DIO INVECE HA UNA NEGAZIONE DELLA NEGAZIONE: egli è Uno e nega ogni alterità, giacché niente è al di fuori di Dio.

69 / Dio è uno, è negazione della negazione.

78 / Se sei malato e preghi per la tua salute, essa ti è più cara di Dio. Allora egli non è il tuo Dio: è il Dio dei cieli e della terra, ma non è il tuo Dio .

85 / Dio e la Divinità sono distanti l'uno dall'altra come il cielo lo è dalla terra. Dico di più: l'uomo interiore e l'uomo esteriore sono separati l'uno dall'altro come il cielo dalla terra. Ma Dio infinitamente di più: Dio diviene e disviene .

88 / Perché le creature parlano di Dio e non della Divinità? Perché quello che è nella Divinità è uno, e di ciò non si può parlare. DIO OPERA, LA DIVINITA' NON OPERA; NON HA NULLA DA OPERARE, NON VI E' IN ESSA OPERA ALCUNA, NE' MAI HA AVUTO DI MIRA UN'OPERA. Dio e la Divinità sono separati dall'operare e dal non operare.

94 / Nostro Signore dice: " A chi rinuncia a qualcosa per amore mio e per amore del mio nome, io restituirò il centuplo e la vita eterna" (Mt 19, 29) . Ma se rinunci a qualcosa per il centuplo o per la vita eterna, e anche per una ricompensa mille volte più grande, non ti sei distaccato da nulla...

95 / L' UOMO DISTACCATO DA SE STESSO E' COSI' PURO CHE IL MONDO NON PUO' SOPPORTARLO.

(continua)
Le sedute comuni di Meditazione si svolgono ogni sabato pomeriggio, dalle 15, 30 alle 16,30 circa, a S. Andrea di Compito (Lucca) - Via della Torre 9.
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