lunedì 4 gennaio 2010

IL POTERE DELLE PAROLE


Non è che le parole abbiano poca importanza. Esse, infatti, hanno il duplice compito di formare da una parte la nostra visione del mondo, anzi, letteralmente, di costruire il nostro mondo e dall'altra di esprimere il nostro mondo nella relazione con altri mondi personali . Le parole servono ad esprimere concetti e la nostra realtà è concettuale. Non a caso i grandi truffatori riescono a creare, per le loro vittime, mondi immaginari e appetibili fatti di parole. Tutti, inoltre, conosciamo il potere della pubblicità. E le parole hanno tanta influenza su di noi che io, da anni, pur non credendovi, ho smesso volutamente e intenzionalmente di leggere o ascoltare gli oroscopi. Questo perché conosco il potere della parola su di me.


Poiché il nostro è un mondo concettuale e quindi fatto di parole, dobbiamo credere al loro potere. Io ho una conoscente che per anni ha maledetto l'ex marito augurandogli un tumore (sic) . Sarà un caso ma quest'uomo è morto davvero di tumore. Può non essere significativo, naturalmente, al giorno d'oggi tanti muoiono di tumore. Però la cosa mi ha fatto pensare. Al tempo del Buddha e un po' in tutta l'antichità le maledizioni venivano prese molto sul serio. E ancor oggi pensate che esperienza tragica può essere venire maledetti da qualcuno!


Il potere della parola è grande anche nella reificazione cioè nella ‘cosizzazione' di concetti. Prendiamo, in politica, l'accezione negativa data da Berlusconi al termine ‘comunista' o a quello di ‘sinistra'. In un'epoca in cui questi due termini sempre meno corrispondono a qualcosa di reale, la cosizzazione / reificazione di un fantasma ha creato davvero un ectoplasma, qualcosa che nella mente collettiva sembra avere sostanza reale. Qualcosa di minaccioso, di pericoloso. Lo stesso vale in senso opposto, anche se a sinistra c'è meno capacità di uso della parola o forse più correttezza. Non si sente in maniera altrettanto gridata l'accusa di fascismo (che sarebbe inappropriata) a chi non esita ad allearsi con forze dichiaratamente neofasciste come Forza Nuova e altri.


Il potere della parola è quello di incapsulare in nomi, di incasellare l'avversario. Demonizzare. Questo viene fatto da entrambe le parti. Un tentativo, quello di Veltroni, di spostare lo scontro e la politica su soglie alte è miseramente fallito. Alla guerra come alla guerra. Non sembra esserci posto per nobili visioni.


Dunque il potere della parola è alto. Chi ha in mano l'informazione televisiva plasma le menti e questo è indubitabile. Non c‘è paragone fra l'informazione visiva e quella scritta. L'informazione visiva viene assorbita passivamente, se non altro perché all'ora di cena siamo tutti davanti ai vari telegiornali. L'informazione scritta richiede, il più delle volte, una partecipazione attiva, se non altro per l'atto di comprare il giornale. Quindi, al di là dei vittimismi, chi ha in mano l'Italia? Chi possiede , direttamente o indirettamente, cinque reti televisive più diversi giornali? Chi possiede dunque la maggioranza delle menti degli Italiani e in particolare delle nostre zie, nonne, nonni a volte figli?


Le parole ci accecano. Non tutto quello che viene detto o fatto a sinistra è sbagliato. Non tutto quello che viene fatto o detto a destra è sbagliato. Certo la visione del mondo dei due schieramenti è diversa ma ci sono aree in cui le due visioni si sovrappongono, concordano. E' bene che le due aree restino distinte, evitando trasformismi, ma questo può evitarci di costruire demoni. L'avversario può essere un avversario ma non necessariamente il nemico.


E' in questo che ci aiuta metta , la meditazione di benevolenza. Ci sono dei personaggi verso cui anch'io provo antipatia, ad es. un certo avvocato di prima linea di cui non faccio il nome. Però è proprio lui con cui cerco di identificarmi quando, in metta , visualizzo la persona, appunto, antipatica. Tra gli animali quello che mi terrorizza è il coccodrillo (ho fatto anche brutti sogni su di esso) . E' con il coccodrillo che mi identifico quando esamino il mondo animale. Perciò metta - benevolenza può aiutarci a cambiare la nostra visione del mondo, a raggiungere una visione più equilibrata. Vi sembra poco? A me fa bene, ha fatto bene, mi ha cambiato.


Il potere della parola lo verifico anche in altre fasi della meditazione. All'inizio io prendo sempre rifugio: ‘Prendo rifugio nella vacuità di tutti i fenomeni e di tutti i concetti...' . Questo è grande. Prendo rifugio nel fatto che tutti i fenomeni e anche tutti i concetti non hanno un contenuto reale, sorgono in dipendenza da altre cose. Queste parole sono liberatrici, hanno un valore soteriologico cioè di liberazione. Prendiamole un attimo in considerazione: ‘ tutti i fenomeni sono vuoti di sostanza intrinseca' cioè la mia stessa vita è priva di sostanza reale, indipendente ed è perciò impermanente, dentro di me vedo, come esempio, un fiore che spunta, vive brevemente e decade, avvizzisce, secca. Questa è la vita e non c'è niente a cui attaccarsi realmente, niente a cui appigliarsi, niente da portarci dietro. Lo stesso vale per i concetti. Non c'è nessuna idea che non sia condizionata, sono tutte prive di sostanza reale. Sì, ciascuna idea, ciascun concetto, ciascun ‘valore' (termine oggi tanto di moda: la crisi dei valori ecc.) . Quindi questa frase, ‘io prendo rifugio nella vacuità di tutti i fenomeni e di tutti i concetti' è liberatrice, crea una visione che libera.


Un'altra indicazione che do alla mia mente nella pratica meditativa è: ‘SENZA SCOPO, SENZA DIREZIONE' . Questo è molto importante. La mia conoscente, di cui parlavo all'inizio, per telefono mi ha detto, quando ha saputo che ero in ritiro di meditazione: ‘ Ma a che ti serve? Non serve a niente' . E aveva ragione. Non deve servire a niente, deve essere senza scopo, senza direzione. Altrimenti ci sarebbe qualcosa da desiderare, qualcosa da afferrare. Il mezzo è lo scopo. In ciò sono d'accordo con Mac Luhan. Questa frase può essre tacciata di creare uno scopo, quello di non avere uno scopo. E' proprio così. Ma poiché non siamo a reificare niente, io so che si tratta solo di un mezzo abile e niente più. E la frase successiva sarebbe: ‘SENZA NEMMENO LO SCOPO DI NON AVERE SCOPO' .


Stare senza scopo significa ACCETTARE, ACCETTARE, ACCETTARE. Accettare la realtà così come si presenta e anche noi stessi così come siamo. Così se, ad es. , la nostra mente è discorsiva, accettiamo che sia così poiché VI SONO CAUSE E CONDIZIONI PER QUESTO. Questa è la terza frase che ci può aiutare a instaurare uno scenario adegato, una struttura adeguata per la nostra meditazione. Così possiamo usare in senso utile il potere della parola.


Le sedute comuni di Meditazione si svolgono ogni sabato pomeriggio, dalle 15, 30 alle 16,30 circa, a S. Andrea di Compito (Lucca) - Via della Torre 9.
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CHIUNQUE E’ BENVENUTO
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