martedì 15 marzo 2011

IL COLORE DEI SOLDI – Tutto è importante, niente è importante

Un mio amico gioca ai cavalli. E’ sempre a tormentarsi pensando che se avesse giocato quella tale combinazione invece che quell’altra avrebbe potuto vincere, vincere soldi, comprarsi quella tale bella automobile e togliersi tante altre soddisfazioni. Questo mio amico non è uno stupido: diciamo che questa sua sudditanza al demone del gioco (gli Inglesi hanno un termine: addicted) lo ha portato a interrogarsi su se stesso e su molte cose. Sente il richiamo della meditazione perché vi vede una sponda di libertà di cui non gode. Essendo però schiavo del desiderio, la meditazione viene in second’ordine e solo come una sponda possibile a cui ricorrere. Ha capito che deve accettarsi com’è e questo è già positivo, dovuto alla propria auto-costruzione negli anni (qualcuno lo chiama Karma). D’altra parte l’accettarsi implica il conoscersi, il conoscersi significa vedere i propri difetti e questo fa sorgere, io direi inevitabilmente, la spinta a migliorarsi. E questo non può che passare tra il riconoscere il desiderio come negativo e l’evitare le occasioni. Quando arriverà a questa conclusione dovrà farlo radicalmente. Non si può smettere a poco a poco. E’ come il vizio del fumare. Non conosco nessuno (NESSUNO) che abbia smesso poco a poco. Chi l’ha fatto lo ha fatto drasticamente. Fumo,  gioco,  droga, alcool: semplicemente occorre evitarne le occasioni e non cercare trucchetti autoconsolatori.

Solo chi abbia avuto una qualche esperienza di LIBERAZIONE, un flash, un lampo, un satori , può comprendere pienamente un rapporto distaccato e nello stesso tempo interessato al problema dei soldi. E’ chiaro che per avere questo tipo di rapporto anche le condizioni di vita contano. Il Buddha, ad esempio, sostenne spesso che il capofamiglia, con il peso della gestione economica e affettiva della stessa, non poteva, generalmente parlando, arrivare alla liberazione: pure, nei testi antichi, vengono citati vari capofamiglia che erano arrivati almeno ai primi livelli di liberazione e addirittura qualche esempio in cui un laico viene interpellato per consiglio spirituale da monaci. Quindi,  ancora una volta, dobbiamo rifiutare ogni assolutismo. Però appare evidente come una situazione di maggior leggerezza, come quella di un laico single , possa favorire esperienze di liberazione.

Definiamo,  innanzitutto,  questo termine. Il Buddha stesso fece un esempio: pensate ad avere un grosso debito e di essere riuscito a liberarvene. Ah! Che soddisfazione, che senso di libertà, di liberazione! Ecco, è questo che si prova nell’esperienza di liberazione che ho definito, in altre occasioni, anche come la liberazione dalla paura. Noi viviamo nella paura, più o meno mascherata, più o meno falsamente ignorata, come polvere che invece di spazzar via nascondessimo sotto un tappeto. Paura della fine di una relazione (anche quella apparentemente più solida è effettivamente instabile) , paura di non farcela più finanziariamente, paura di un tracollo economico e della perdita della sicurezza, paura di cataclismi, del cancro ecc., tutte cose che ci fanno balenare davanti lo spettro della miseria economica e morale. Conosciamo il caso di persone finite dalle stelle alle stalle, persone fino a ieri sulla cresta del successo trovatesi ad un tratto a dormire in uno scatolone per strada. Mi colpì, anni fa, il caso del famoso industriale Gardini che per un tracollo del genere si uccise – quanta angoscia c’è, mi sono chiesto spesso con partecipazione, in una scelta del genere, condivisa pure, all’altra estremità della scala sociale, da un mio vicino di casa che viveva in una baracca: o un caso nella famiglia Agnelli dove la ricchezza non potè impedire la morte per cancro di un giovane esponente della stessa famiglia.

Mi sono spesso chiesto se poi sarebbe davvero la fine del mondo finire come un homeless. Posso rispondere con sicurezza che potrebbe essere un’esperienza di maggiore liberazione, come sembrano sapere quei  ‘barboni’ che dopo anni di vita libera rifiutano di rientrare nei ranghi o come sanno coloro che questa condizione l’hanno scelta volontariamente, ad esempio i monaci buddhisti della Foresta. Oppure potrebbe essere un’esperienza devastante e degradante se la mente non fosse libera e accettante, legata al desiderio e al vizio.

Il denaro, i soldi, servono per vivere,  pure non ce li possiamo portare dietro. In effetti sono solo foglietti di carta. Con questa frase mi consolai quando anni fa persi per la strada (sic) diecimila euro! Mi sono detto che il vicino di casa (un altro, non il precedente) che rifece la camera dei figli probabilmente ne avrà tratto un certo vantaggio. Quest’affare di perdere dei soldi sembra una costante nella mia vita. Anche di recente mi è capitato che in un certo affare confuso una somma analoga sia sparita. Proprio apparentemente sparita nel nulla. Ho individuato i passi per recuperarla e li sto facendo, ma mi dico che anche se non vi riuscissi, bene, non sono nato con quei soldi come vestito e pazienza: sono solo foglietti di carta. L’importante è fare tutto il necessario, poi se una cosa non va non ci deve essere né rimpianto né attaccamento.

La meditazione è una via alla felicità ma si è felici non tanto con la realizzazione dei propri desideri, come pensano alcuni praticanti di un certo gruppo, quanto nell’avere meno desideri possibile. Se i nostri desideri sono scarsi, tutto quello che verrà sarà una fortuna e ci renderà più felici, come una benedizione; e se non verrà saremo sereni e felici ugualmente. E’ questo che negli ultimi decenni mi ha fatto pensare di essere fortunato. Non mi sono mai posto obiettivi, ho fatto solo le cose che dovevo fare. Ma spesso, proprio per questo, ho dato un’occhiata alla mia situazione e mi sono sentito fortunato. E felice. Poi ho avuto anche momenti di crisi o in cui le cose andavano male. Ma ciò non mi ha mai tirato giù.

Lessi un libro sulla meditazione, anni fa, intitolato, se ricordo bene, La Via della Felicità . Ecco, è questa la mia fortuna, l’aver trovato questa via, non dogmatica, non ideologica, non fideistica, basata sulla ragione come sul cuore. Senza adesione a niente, godendo del momento presente. Una via spoglia: niente dèi, né sedi da pagare (e di cui, quindi, preoccuparsi), né altari né incensi. La Liberazione della mente come scopo e come via.


Chiunque può partecipare liberamente alla meditazione del sabato (ore 15,30) a S. Andrea di Compito, via della Torre 9. Chiunque è il benvenuto. Corsi e intensivi sono gratuiti.



Le sedute comuni di Meditazione si svolgono ogni sabato pomeriggio, dalle 15, 30 alle 16,30 circa, a S. Andrea di Compito (Lucca) - Via della Torre 9.
______________________________________
CHIUNQUE E’ BENVENUTO
______________________________________
Visit the Kungfu site "Wudang Baguazhang"
http://wudangbaguazhang.altervista.org/