sabato 13 luglio 2019

Ovvero: Come Matteo Salvini può aiutarci a

LIBERARE LA MENTE CON IL TETRALEMMA
Chi non è interessato ad ‘andare oltre’ la quotidianità della propria mente può anche smettere di leggere. Chi invece anche solo intuisce che forse il funzionamento ‘normale’ della mente non è particolarmente sano, può andare avanti. Questa che vi propongo è una meditazione basata sul catuskoti o ‘tetralemma’ buddhista.
Recentemente mi sono lasciato catturare dalla discussione ‘reale’ di questi tempi, quella sui migranti ed ho espresso alcune considerazioni che qualcuno ha applaudito e qualcuno ha criticato. Poiché per fortuna un senso di autocritica è sempre presente in me, oggi, durante la meditazione del sabato, ho sottoposto la questione all’analisi con il tetralemma (la critica alle 4 asserzioni) buddhista. Una breve chiarificazione sugli scopi del buddhismo, per prima cosa. Nonostante asserzioni interessate contrarie, il Buddhismo è una religione, ha infatti una finalità liberatrice (soteriologica) , una finalità ad andare oltre questo mondo. Ma è una religione non basata sulla fede, su qualcuno o qualcosa da adorare, non è insomma teista. In realtà è una scienza della mente che però non si limita a una sorta di psicanalisi ma vuole andare ‘oltre’ . E’ una scienza mistica dove viene messo in discussione il sé, il concetto dell’io e del mio, per andare a una visione profonda del reale, a una visione diciamo impersonale dei fenomeni di questo mondo, una visione che è per sé liberatrice. Infatti Buddha non è un nome ma significa ‘risvegliato’ e quindi liberato, libero.
Fatta questa digressione, vediamo come si applica a un fenomeno della vita di oggi, quello dei migranti. Per comodità prenderemo il nome di quel personaggio che, nel bene o nel male, più rappresenta il fenomeno, Matteo Salvini. Ancora una premessa: non farò nessun discorso politico e anzi mi autocritico per averne fatti. Quello che mi interessa è portare la mente ad essere libera, non a prendere parte. E’ un discorso che sfocia in una delle quattro ‘residenze infinite’ , quella dell’equanimità.
Matteo Salvini. Sono favorevole al suo discorso sui migranti. Ma in realtà questa è una proiezione del mio ego, un attaccamento a una situazione che l’ego vede minacciata (si ricordi Oriana Fallaci) . Quindi, dal punto di vista della liberazione della mente, una mente che approvi il discorso sui migranti di Salvini, non è una mente libera in quanto attaccata alle sue proprie verità.
Matteo Salvini. Sono contrario al suo discorso. Ma in realtà questa è una proiezione del mio ego, un attaccamento a una concezione assolutistica in cui Salvini rappresenta il non-misericordioso, insomma il male. Quindi anche la negazione del discorso salviniano non è che una proiezione ideologica del mio ego. Anche qui niente a che fare con la liberazione della mente.
Terza ipotesi: Salvini ha sia ragione che torto. Un’ipotesi che sembra più ragionevole. Andandola però a ‘vedere’ meglio, ci si può accorgere come, in maniera certo più sottile, il mio (il nostro) ego stia tentando di salvare capra e cavoli. E dove l’ego è presente non si può parlare di purificazione / liberazione della mente.
Quarta ipotesi: Salvini, né ha ragione né ha torto. Questo sembra un po’ il rovescio della precedente ed essendo basato sul “né…né” è senz’altro ancor più sottile ma l’ego vi è ancora presente, sia pure a livello larvale. Negando anche questa ipotesi, la mente arriva al vuoto, a un corto-circuito mentale che non lascia alcun spazio di manovra all’ego. Si arriva cioè all’equanimità rispetto al mondo, all’andare ‘oltre’ , che è lo scopo di questa scienza della mente.
Certo, l’attaccamento è contrario a tutto ciò. Anche grandi mistici cristiani sono arrivati a questo, per altre vie, e sono rimasti letteralmente sgomenti, poiché erano attaccati alle loro concezioni. Ecco che allora hanno parlato di una ‘notte oscura’o del ‘silenzio di Dio’. Io stesso ad un certo momento della vita ho ‘partecipato’ ad un’esperienza di risveglio, un satori temporaneo. Perché? Perché ero, allora, senza attaccamento. La stessa esperienza, ripetuta anni dopo, mi creò sgomento. Perché? Perché nel frattempo avevo sviluppato molti attaccamenti. Purtroppo anche ora mi sono lasciato andare ad esporre dei punti di vista. E i punti di vista non hanno niente a che vedere con la liberazione della mente.
I concetti ci servono nella vita di tutti i giorni. Se però vogliamo ‘andare oltre’ dobbiamo abbandonarli. Sono proiezioni di un ego che vuole affermarsi.
Ripeto: questo non è un testo politico: è un testo sulla liberazione della mente (cetovimutti) .
Altri testi in: CETOVIMUTTI / LIBERAZIONE DELLA MENTE (MADHYAMIKA MEDITAZIONE) su Facebook: https://www.facebook.com/groups/794670207342186/
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