26 maggio 2014
IL PENSIERO OSSESSIVO
“Qualunque sia il limite del Nirvana
Quello è il limite dell’esistenza ciclica (samsara ) .
Non c’è nemmeno la più piccola differenza fra loro
E nemmeno la cosa più sottile”
(Nagarjuna, Mulamadhyamakakarika 25)
‘La pacificazione di ogni oggettivizzazione e la pacificazione dell’illusione.
Nessun Dharma fu insegnato dal Buddha, in nessun tempo, in nessun luogo, ad alcuna persona’
(Nagarjuna, Mulamadhyamakakarika 25)
Lo scopo principale della pratica meditativa è la ‘liberazione della mente’, cetovimutti. Il nostro è un mondo di mente, tutto è mente, a livelli più o meno sviluppati. Perciò è ovvio che solo la liberazione della mente può portare alla vera libertà. La chiamano anche liberazione. C’è una tendenza a scrivere questo termine con la maiuscola. In realtà liberazione vuol dire semplicemente essere liberi.
Si può essere liberi senza una consapevolezza di ciò da cui occorre
liberarsi? No di certo. Ecco perché nella meditazione che porta alla
libertà la consapevolezza è così importante. Il Buddha individuò nelle
ossessioni o corruzioni ciò che ci opprime. Le ossessioni possono essere
di due tipi: piacevoli o spiacevoli. In genere ci adagiamo nelle prime
ma la mente malata si ingolfa facilmente nelle seconde. Inoltre, il
confine fra i due tipi di ossessione non è così netto. L’ossessione
piacevole, ad es. l’innamoramento, si trasforma facilmente in ossessione
spiacevole come ognuno di noi ha probabilmente sperimentato. E’quindi
imperativo, per quella che gli psicologi chiamano ‘salute mentale’,
cominciare a rendersi conto delle nostre ossessioni. Consapevolezza,
appunto. Ma si può essere consapevoli davvero senza una pratica
continua? Ecco perché praticare la meditazione di consapevolezza è così
importante. Liberarsi dalle ossessioni. Le più potenti sono il sesso,
la religione e la politica. Vi sono poi forme di interesse o
divertimento che in certe persone diventano ossessive: il calcio, la
ricerca degli extraterrestri, le teorie cospirazioniste e infinite
altre. Un divertimento può essere un aspetto gradevole della vita ma può
divenire ben presto un’ossessione pericolosa: il confine è incerto fra
le due cose.
La persona ossessionata si crea un universo proprio dove tutto ruota
intorno alla sua ossessione e il suo modo di pensare diventa
impermeabile a qualsiasi critica. Non è soggetta cioè a quello che Karl
Popper ha definito il concetto di falsificabilità , un termine di
difficile comprensione e che serve a distinguere teorie con un
carattere scientifico [nel senso di un procedimento scientifico del
pensare] da teorie che non sono tali. La falsificabilità o fallibilismo
consiste nel metodo di formulare congetture e sottoporle a confutazioni
, anche in base a osservazioni empiriche, con la rinuncia ad ogni
pretesa di certezza nel campo della scienza. In sostanza, rispetto a qualsiasi teoria o visione: c’è almeno qualcosa che può metterla in crisi?
E il ricercatore, si fa carico di metterla in crisi? Questo, si badi
bene, non è per affermare che una teoria è giusta: è giusta finché non
viene dimostrata sbagliata. Ma è un metodo di pensare, una metodologia.
La persona ossessionata è, come dicevo, impermeabile ad ogni
confutazione. Indipendentemente dal campo in cui opera la sua ossessione
o teoria, la persona ossessionata è fondamentalmente UN CREDENTE. Si
riconosce facilmente perché tende a parlare quasi esclusivamente di
quello che è diventato il suo ‘centro di gravità permanente’ (eh, sì,
caro Battiato, non è davvero una cosa positiva) o a difenderlo con le
unghie e coi denti, a sentirsi offeso dalle eventuali messe in dubbio.
Io ho molti amici che (purtroppo) sono così. Il mio più caro amico ad
es. è sempre stato ossessionato da qualcosa, addirittura la sua mente
produce rumore quando pensa. Sì, fa proprio così, è sonora: ‘mmmhmhh!’ .
Altri sono ossessionati dalla politica o dalla religione. Una volta ad
esempio io ero ossessionato dal Buddhismo, parlavo sempre di quello. Poi
ho capito che l’essenza del Buddhismo è quella di non essere
ossessionati. Ora, in effetti, ne parlo assai poco e con un certo
ritegno. Altri miei conoscenti sono ancora ossessionati, chi dalla
Madonna, chi da Stalin, chi dal Duce e così via. Ce n’è uno ossessionato
da Evita Peron, addirittura.
I loro universi sono chiusi e limitati. Non parliamo poi di chi è ossessionato dal sesso.
Prendiamo ad es. la politica, per cui anch’io ho avuto, in passato, un
interesse ossessivo. Oggi, pur continuando ad interessarmene, sono,
ritengo, abbastanza libero dai pregiudizi che albergano in una posizione
politica. La mia impostazione originaria è di sinistra ma la mia
pratica meditativa (la vipassana o visione profonda) mi ha spinto
sempre più a prendere le distanze dalla povertà di posizioni dogmatiche.
Sono anche qui un relativista. E quindi vi voglio scandalizzare.
Pur se la classificazione di ‘cose di sinistra’ è abbastanza ambigua,
vediamo ad es. quello che ha fatto, fa o cerca di fare Renzi – che poi
riesca o meno è un’altra faccenda: 80 euro in più ai lavoratori,
tassazione delle rendite bancarie al 26%, riduzione drastica degli
stipendi dei manager, riduzione del carico fiscale alle imprese… non
sono cose di sinistra? [E io dico sempre che per fare cose di sinistra
ci vuole uno di destra- in questo caso di centro; quelli di sinistra
hanno troppa paura di passare da comunisti!]. Bene, se queste cose le
avesse fatte Bersani o un Ferrero, queste sarebbero state cose di
sinistra, eccome. Siccome le fa un Renzi, allora sono qualcos’altro- ma
cosa? [A scanso di equivoci: non sono un renziano, non sono niente:
cerco solo di vedere le cose senza pregiudizi]. Bene questo è solo uno
degli esempi di come una mente ossessionata applica le etichette in base
alle sue ossessioni. Spesso, quasi sempre, la persona ossessionata è
rigida, ogni sua affermazione crea conflitto e discussione. Occorre
liberarsi.
Mi sento sempre più a disagio con le persone rigide, mi dispiace vedere
tante persone amiche in questa condizione di rigidità. Però anche questo
può essere un pericolo: se ci si attacca alla non rigidità, anche
questa può diventare una forma di rigidità. Grazie al cielo c’è la
salvaguardia della consapevolezza.
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