Scrivevo, nell’ultimo numero:
“Occorre, insomma, questa visione profonda dei fenomeni, fisici e mentali per arrivare a vedere il mondo così com’è! LE COSE COME SONO! Quando si comincia a vedre la realtà nella sua complessità, senza concettualizzare, allora si giunge a liberarsi di tutta la spazzatura che si è accumulta nella nostra mente. Ed è questo che significa LIBERAZIONE! Per questo un Buddha sorride. Un Buddha, un Risvegliato, è un Liberato. Vede le cose come sono, mosse dalle forze che costituiscono il reale, dalla connessione di causa ed effetto. Ci può essere spazio per la recriminazione? No, le cose sono come devono essere in base alla causalità (non la casualità) che governa le nostre vite.. Le cose non sono né belle né brutte, sono come devono essere, dovute alla legge di causa ed effetto ed alle forze psichice che governano il mondo”.
Vorrei qui portare l’attenzione sul fatto che il sorriso non è solo un risultato dell’illuminazione (risveglio) ma è anche un elemento che porta ad essa. Insomma, non c’è differenza fra quello che vogliamo raggiungere e quello che già ora pratichiamo: la Via è l’obiettivo (sarà per questo che i taoisti chiamano quella che rozzamente potremmo definire come realtà ultima con il nome di ‘Via’ [Dao 道 ] ?). Il sorriso a sua volta è una componente della gioia – e contemporaneamente ne è determinato. Non sempre è però facile sorridere. Lo scrivevo in un recente ‘post’ sulla pagina di Facebook MEDITAZIONE, da me gestita:
‘LIBERAZIONE DELLA MENTE (CETOVIMUTTI) 6
Viviamo in un mondo di sofferenza di cui spesso nemmeno ci accorgiamo. Non penso alla sofferenza fisica o a una forte sofferenza mentale, mi riferisco a quella sottile inquietitudine che avvelena la nostra giornata. Se non c'è felicità, c'è sofferenza, sottile quanto può essere. La Liberazione è liberazione da questa sofferenza,è ovvio quindi che un elemento della liberazione è la gioia (che il Buddha elencò come il quarto dei sette fattori del risveglio). Nella meditazione di ieri ci siamo posti, come compito a casa, di fare caso ai momenti di gioia e di raccoglierne e conservarne la scia. Potete farlo anche voi? E' importante.’
[Per inciso: la Newsletter Meditazione uscirà, da ora in poi, in maniera saltuaria. Dopo tanti anni della sua esistenza, scriverla mi risulta un po’ faticoso e a volte ripetitivo. Perciò ho adottato il sistema di brevi note di una serie chiamata CETOVIMUTTI / Liberazione della Mente che pubblico da qualche tempo sulla suddetta pagina di FACEBOOK: chi è interessato a leggerle può chiedermi l’amicizia su Facebook e solo allora potrò iscriverlo alla pagina, dove non scrivo solo io ma molte altre persone]
Come ho detto altre volte, la GIOIA è il quarto fattore dell’illuminazione. Ma può non essere facile avere l’atteggiamento della gioia: mi è capitato di notare, in passato, durante ritiri di meditazione a cui partecipavo, di vedere, durante la meditazione camminata, persone ingrugnite e tristi.
Personalmente pensavo. ‘Poiché ho scelto io di esser qui, tanto vale gioirne’ . Poi scoprii la facilità del sorriso, tanti anni fa. Erano ancora vivi, ma malati, i miei genitori, così il pomeriggio ero confinato in casa. Mi ritagliai però un’ora libera in cui andavo nel rio Visona, che scorre qui, a S. Andrea di Compito, e lì cominciai a praticare in maniera diversa dal solito, adottando delle posizioni e delle mudra (gestualità) statiche in cui l’unico oggetto di attenzione erano il sorriso e la posizione stessa. Mi accorsi subito come questo nuovo modo di praticare mi desse serenità e gioia oltre che calma mentale. Da allora il sorriso è divenuto una componente fondamentale delle nostre sedute. Ho trovato anche un riscontro ad esso sia nell’aspetto del Buddha (sorridente) , sia nel quarto fattore dell’illuminazione, che è appunto la gioia.
Ma come portare, in pratica, la gioia nella nostra pratica meditativa?
La gioia di cui parliamo qui non è la gioia esaltata della sghignazzata o della sensualità. E’ una gioia serena, non legata alla sensualità e non egoica. E’ la gioia che viene guardando il vostro gatto o il vostro cane, godendo di un paesaggio e così via. Ricordo ancora una volta, quando praticavamo sulle mura di Lucca (con il caldo o con il freddo, con il tempo secco o umido, io e il mio amico Alessandro Lenzi in particolare, eravamo sempre là – la vita, come succede, ci ha poi divisi) . Quella volta eravamo in gruppo e ad un certo punto sentii un cane vicino a me. Dopo un attimo il cane si strusciò al mio fianco. Questo mi procurò una gioia che mi spedì in meditazione profonda. Sì, perché la gioia precede immediatamente passaddhi , la calma, samadhi, la concentrazione profonda e, ultima, upekkha , l’equanimità.
Ma come trovare la gioia? Se essa non vi è ‘disponibile’ naturalmente, c’è un espediente che, sempre molti anni fa, lessi in un libro di Mirko Fryba, uno psicanalista che aveva praticato la meditazione con dei monaci Theravada. Sfortunatamente non riesco a rintracciare il libro ma ne ricostruisco il senso così: portate alla mente qualche episodio che vi ha ha dato gioia e , ricostruendone il sentimento, usatene la scia come un vettore per la vostra pratica. A volte, prima di iniziare la seduta, la mia gatta Prilla è presente e allora parliamo di lei brevemente e un sorriso ci scappa sempre. Allora proviamo a utilizzare la scia di questo sorriso come vettore per la nostra pratica.
C’è anche un altro fattore che rende il sorriso e la gioia interessanti. Nella pratica meditativa spirituale non dovrebbero esservi fattori utilitaristici (niente compensi, soldi ecc. ad esempio) , ma non è male sapere che questa pratica del sorriso e della gioia fa bene anche alla salute. Io l’adotto ad es., con scopi salutistici, nelle mie lezioni di Taijiquan. Bene, ho detto abbastanza. Spero che questo sia di utilità a qualcuno, anche a chi non pratica la meditazione.
OGNI SABATO ORE 15,30. Tel. 0583977051; e-mail: asiaticus@teletu.it
Sito WEB: EMPTINESS/VACUITA’, MADHYAMIKA MEDITATION
“Qualunque sia il limite del Nirvana Quello è il limite dell’esistenza ciclica (samsara ). Non c’è nemmeno la più piccola differenza fra loro E nemmeno la cosa più sottile” (Nagarjuna, Mulamadhyamakakarika 25) | La pacificazione di ogni oggettivizzazione e la pacificazione dell’illusione. Nessun Dharma fu insegnato dal Buddha, in nessun tempo, in nessun luogo, ad alcuna persona’ (Nagarjuna, Mulamadhyamakakarika 25) |
PUBBLICITA’: Il CORSO DI TAIJIQUAN E MEDITAZIONE PER LA SALUTE, Piazza S. Francesco (Lucca) , martedì, ore 19-20 e ven. , ore 19,30-21 e il CORSO DI KUNGFU (BAGUAZHANG, XINGYI, TANGLANG, YONGCHUN (Wingchun) , stessa locazione, orario 19,30-21,00, lunedì e mercoledì, sono ripresi.
Per informazioni e molti video sulla nostra attività, visita il sito ‘WUDANG BAGUAZHANG. ANIMAL KUNGFU’ su : http://wudangbaguazhang.altervista.org/