lunedì 19 novembre 2007

Evoluzione / reazione

L’ultimo numero di questa News ha suscitato qualche approvazione e qualche discussione.
La discussione è sorta sul problema linguistico, se cioè occorra o no accettare il cambiamento anglofono che sta avvenendo nella nostra lingua con l’introduzione di una notevole quantità di parole inglesi.

Questo potrà sembrare un tema piuttosto secondario e poco ‘congruente’ con una News (ancora!) chiamata ‘Meditazione’ ma lo è invece molto in quanto riguarda la nostra visione delle cose, la visione che abbiamo del mondo. Una mia collega, peraltro progressista, non ha esitato a definirsi (benevolmente) reazionaria rispetto a questo.

Il fatto è che mentalmente, da Aristotele in poi, siamo portati a ‘reificare’, a ‘cosizzare’, a costruire ovunque ‘sostanze’ più o meno immaginarie e IMMOBILI (nella nostra fantasia) laddove invece esistono solo processi, processi dinamici in continua trasformazione /evoluzione.

Questo è anche testimoniato storicamente: la Chiesa pensava che Dio, nella sua perfezione, avesse creato il mondo ‘così com’era’ , come cioè appariva, già bell’e apprestato, con gli animali che c’erano, gli uomini che c’erano (Adamo, Eva e la loro discendenza, già uguali a noi come siamo ora), il paesaggio che c’era... Ogni idea di evoluzione contraddiceva l’immobilità della perfezione.

Per questo la Chiesa si oppose violentemente a Darwin e a tutt’oggi certi fondamentalisti (ad es. i testimoni di Geova) la negano. Ora, l’evoluzione è importante e non è limitata solo alla specie umana o al mondo animale ma è avvenuta prima ancora nel mondo vegetale e ancor prima a livello cellulare. Riguarda ogni aspetto della Vita.

Poiché insegno in una Terza Elementare, mi capita spesso di parlare di evoluzione e cito, a volte, questo esempio:

Il nostro dito ‘piccolo’ del piede sta scomparendo ed è probabile che fra qualche migliaio di anni (ma forse anche meno) esso sia scomparso del tutto. Il motivo è semplice: scesi dagli alberi quando eravamo scimmie, questo dito cominciò a servire sempre meno. Anche grandi imperi che si immaginavano eterni, con la missione di civilizzare il mondo, sono crollati e scomparsi (anche noi siamo stati testimoni di uno di questi crolli, quello dell’Unione Sovietica e stiamo assistendo, sembra, al declino di quello americano) .

Un altro caso: se l’evoluzione, invece di essere un processo impersonale e indifferente ai risultati fosse una forza/Dio o guidata da uno spirito divino, il tentativo medioevale del Papato di diventare una entità governante gli uomini del mondo intero in nome di Dio, sarebbe pienamente riuscito.

Cosa ci sarebbe stato di meglio, di superiore rispetto a un governo gestito, sia pure indirettamente, da Dio? Poiché, però, questo presunto agire in nome di un’entità superiore non aveva nulla a che fare con le motivazioni reali che muovono il mondo e con l’impersonalità dei suoi processi, il Papato come entità fisica e politica ha fatto la fine miserabile di tutti gli altri imperi, riducendosi a pochi edifici in Roma.

L’evoluzione, si potrebbe dire, è l’impermanenza descritta con altro nome. Essa ha caratteristiche particolari: tutto ciò che è utile o comunque capace di adattamento al mutare delle circostanze (le ‘condizioni’ di cui si parla nel discorso meditativo) sopravvive, tutto ciò che è inutile o non adattabile scompare.

L’evoluzione è un processo impersonale, non è un ENTE che distingua tra ciò che è buono e ciò che è cattivo: è una forza impersonale o meglio, non è nemmeno questa: c’è il rischio di reificarla, cosizzarla, renderla un ‘qualcosa’.

Si pensi a quando, anche parlando in termini evoluzionistici, diciamo: la Natura ha provveduto a dotare l’animale X di artigli ecc. per cacciare e difendersi. Come si vede il linguaggio non è neutro: la dove esistono forze anonime in movimento permanente, abbiamo involontariamente creato un Ente, la Natura.

Ma l’avete mai vista la Natura, con la N maiuscola? Eppure il nostro inconscio crea in continuazione entità astratte: ci sembra di vederla la Natura, appena nascosta dietro il velo delle cose, una matrona seduta (è di genere femminile) che dice: “ A te servono artigli: che ti spuntino!”, “ A te non serve più la coda; che scompaia!”. Simpatica scenetta, no? Personalmente mi rendo conto che il mio inconscio la vede così. Ciò è significativo e può far riflettere su come facilmente sorgano le religioni teiste (poli- o mono- che siano). Viviamo in un mondo di costruzioni mentali, un mondo immaginario che copre e vela il reale. E’ un mondo dove il pensiero e il linguaggio giocano ruoli fondamentali.

Si pensi a come un pensiero o una parola hanno cambiato le nostre vite o quelle del mondo. Se ci accorgessimo dell’oceano concettuale che oscura il reale, potremmo apprezzare la lotta ai ‘punti di vista’, alle costruzioni mentali che ci accecano.

Qui torno al discorso della lingua. Le lingue dominanti sono, normalmente, quelle degli imperi dominanti. Al tempo dei Romani era il Latino. Oggi l’impero dominante è quello americano. L’affermazione sempre più rapida dell’Inglese è dovuta a questo ma anche a una sua modalità particolare: l’Inglese è ‘semplice’ e, come tale, trova facilità di adattamento alle circostanze.

Vi sono parole utili e pressoché insostituibili. Con cosa sostituiremmo software? Insomma, la sua ‘condizione’ lo rende adatto al mutare delle condizioni.

Anche le lingue non sono cose, sostanze, ma fenomeni in continua evoluzione. Non esiste una ‘cosa’ chiamata Italiano: esistono processi linguistici definiti come ‘Italiano’. Ci può dispiacere che l’Italiano cambi, ma solo perchè abbiamo una visione possessiva (io, mio, il mio paese, la mia lingua, statica e ‘cosistica’ della realtà. Perché allora non ci lamentiamo dell’intrusione di parole italiane nelle altre lingue? Perfino in Cina dicono ‘pizza’ e una volta, all’aereoporto di Hongkong, volendo chiedere degli spaghetti, chiesi dei ‘noodles’ e mi dissero: “Spaghetti?”. E non è, tutto sommato, meglio se l’umanità va verso una maggiore integrazione, anche linguistica, superando le forme egoistiche del passato che tanto male (guerre, odio) hanno provocato?

Tutte le cose, tutti i fenomeni e tutti i concetti, sono privi di sostanza reale. La lingua non fa eccezione, anzi forse è uno dei fenomeni più labili fra la labilità dei fenomeni. Anch’essa dipende da cause e condizioni. Paradossalmente è così difficile accettare questo! Chi pratica la ‘visione profonda’ non può essere ‘reazionario’, creare attrito con l’evoluzione dell’esistente. Ma se ci accorgiamo che questo attrito c’è, OK (dai!), accettiamo anche questo (la furbizia del meditante: con la visione profonda si riesce a salvare capra e cavoli).

Le sedute comuni di Meditazione si svolgono ogni sabato pomeriggio, dalle 15, 30 alle 16,30 circa, a S. Andrea di Compito (Lucca) - Via della Torre 9.
______________________________________
CHIUNQUE E’ BENVENUTO
______________________________________
Visit the Kungfu site "Wudang Baguazhang"
http://wudangbaguazhang.altervista.org/