Solo una persona libera può veramente perdonare /chiedere perdono.
Questo discorso può apparire “datato”, fuori moda. Al giorno d’oggi non si vuol sentire di queste cose da “perdenti”, l’ideologia dominante (incrementata dai films americani e dalla nostra TV berlusconiana) ha creato vergogna per queste forme di espressione del cuore. Bisogna essere “vincenti” e spietati ( o anche solo condiscendenti). E’ stata anche creata una parola apposita, “buonista” con cui si svergognano coloro che solo accennino alla comprensione, all’accettazione di realtà diverse dalle proprie.
Bisogna, dicevo, avere la libertà, o almeno un certo grado di libertà per poter perdonare o chiedere perdono. Bisogna avere il coraggio di lasciare andare il proprio “sé” o meglio l’idea fasulla di un sé stabile che ci siamo costruiti. Se non si ha questa visione profonda , la visione dell’inesistenza di un sé stabile, si potrà sì perdonare ma mantenendo il rancore. Come?! La nostra “personalità” è stata oltraggiata dall’altra persona, il nostro sé” così onnipotente è stato sfidato da qualcun altro, c’è un’umiliazione che non ci sentiamo di meritare! Ma se teniamo al rapporto con l’altra persona, possiamo renderci conto di non poterle addossare tutte le colpe (anche se lo vorremmo, anche se lo facciamo così volentieri). C’eravamo anche noi in questo rapporto e questa è un’insight che dovremmo coltivare: non esistono persone indipendenti, facciamo parte di rapporti, di connessioni , di esperienze di relazione in cui si danno sempre tre elementi: i due soggetti e la loro relazione; si potrebbe anzi dire che esiste solo la relazione, un rapporto di inter-essere dove domina la legge di causa-effetto e di condizionalità secondaria.
Ecco perché si dice che non esiste un sé in termini assoluti: il sé esiste ma solo in termini condizionati, condizionati da tutta una serie di fattori. Il Buddha ad es. durante la notte del Risveglio vide proprio questo: nel suo samadhi non c’era traccia di un sé, nella dimensione ultima non si trovava alcuna traccia di un sé; ed anche a livello convenzionale non si poteva che parlare di relazioni. Noi siamo le nostre relazioni, noi siamo i miliardi di impressioni e di esperienze che riceviamo in relazione con il mondo, con l’esperienza. Poichè siamo condizionati da tutto questo inter-essere, la nostra vita inevitabilmente cambia; quello che era importante ieri non lo è più oggi e viceversa; il nemico di ieri è l’amico di oggi e l’amico di ieri è la persona che non gradiamo più oggi.
Ma se siamo la relazione, nessuno può essere visto come il nemico. Se siamo la relazione, non esiste un sé proprio ed un sé “avversario”. Tutto accade semplicemente, vi sono eventi, non cose . E in questi eventi non c’è un vero sé all’opera, ma forze. E non ci si può attaccare a questo fascio di forze all’opera (anche se lo facciamo). Per questo si dice che a livelli ultimi non esistono il Bene ed il Male (con la Maiuscola): se esistono solo fasci di forze all’opera, quale bene e male può essere rinvenuto come assoluto? Per dirla in termini semplici, non esiste Satana; forse esistono forze, fasci di forze solidificati in qualche connessione perversa, ma non esiste il Male in assoluto. Anche Hitler, anche Stalin, anche Pol Pot hanno avuto i loro sprazzi di bontà.
Perciò, saltando qui dal piano personale a quello internazionale, dopo l’11 settembre gli Stati Uniti, nell’espressione dell’ineffabile Presidente Bush, avrebbero dovuto reagire non ciecamente, con il solito spirito della vendetta che viene dalla Bibbia (il famoso Occhio per Occhio): avrebbero forse dovuto esercitare un po’ l’introspezione e “vedere”: vedere ad es. i loro nessi di causalità con il mondo medioorientale, le forze all’opera che motivano le politiche americane (egoismo nazionalista , sete di denaro e di potere, mania di potenza), i regimi di assassini non solo messi al potere ma gli stessi assassinii perpetrati dai servizi segreti americani in decenni di politica internazionale: i vari Pinochet, Saddam ed altri dittatori, tutti i personaggi con le mani grondanti di sangue non solo finanziati ma sostenuti con interventi diretti; le armi atomiche, chimiche e biologiche sviluppate a tonnellate proprio dagli stessi USA... e così via. Se l’America avesse avuto il coraggio di guardarsi al di là dell’immagine che vuole dare, avrebbe visto qualcosa di terribile. Ma questo non significa colpevolizzare gli USA a senso unico: c’erano anche altri comprimari uguali se non peggiori: l’ex-URSS, la Cina ecc. . Però ognuno deve guardare a casa sua ed allora forse non sarebbe stato male, per gli Stati Uniti, seguire l’esempio del Papa che ha avuto il coraggio di chiedere perdono in varie direzioni per i crimini ed il sangue versato dalla Chiesa stessa nei secoli. Ma chiedere perdono significa “vedere” almeno un po’ e non sembra che il Presidente Bush disponga di questa facoltà.
Ma vi immaginate che svolta epocale sarebbe stata quella di un paese grande come gli USA che ha il coraggio di esaminare le sue colpe e non di creare il nemico, il Male, ma di chiedere perdono?
Questo avrebbe imposto una svolta epocale, la forza della non-violenza contro cui qualsiasi altro atto di violenza si sarebbe infranto, contro cui qualsiasi altra mano assassina si sarebbe sentita delegittimata. Saremmo passati finalmente dalla Preistoria alla Storia! Dalle tenebre del sé arrogante, malato di onnipotenza e di violenza alla luce della visione e della comprensione che rischiara la storia umana! Certi episodi negativi (come quello delle Twin Towers) possono essere usati come “Maestri”: Ma forse è più facile perseverare nei vecchi errori.
E’ incredibile come la nostra mente sia ancora condizionata ad agire in termini “preistorici”. Dominano ancora in essa facili rapporti elementari come il dualismo, la creazione di un mondo immaginario fatto di amici/nemici, l’assenza di vera comprensione della realtà: quindi la “staticizzazione in cose” e la mancata comprensione dell’esistenza di “forze”. Per questo si parla di Risveglio, di Illuminazione o Liberazione: occorre risvegliarsi al reale, occorre abbandonare tutto il ciarpame ideologico (politico e religioso) che un mondo vecchio ed una mente ancora preistorica hanno sedimentato e solo così potremo raggiungere la Libertà e l’inizio della Storia. Ma anche questo non va “cosizzato”. Si tratta di processi e proprio per questo occorre chiederci quante occasioni perdiamo ogni giorno per entrare nel processo personale/collettivo di passaggio dalla preistoria alla storia, dalla Mente dualistica ed ottusa a quella illuminata e liberata.