mercoledì 27 ottobre 2010

DIO


Torno alla celebre domanda che è alla base di ogni ricerca filosofica o religiosa. "Perché tutto esiste invece che no?"
La risposta data convenzionalmente nel Medio Oriente e poi in Occidente è stata che c'è un'entità superiore, chiamata normalmente Dio, che è il creatore di tutto. La stessa esistenza del tutto viene presa a prova dell'esistenza di questa entità, Dio.
A questo l'ateo oppone normalmente qualche facile domanda. "Se Dio è un creatore, chi ha creato Dio?" che poi è la prima domanda semplice che fanno a volte i bambini.
Un inciso. Perché affronto ancora una volta questo argomento- continuando così il numero del Giugno scorso intitolato ‘BISOGNO DI METAFISICA'? Perché è, inevitabilmente, quello su cui si va a finire come si comincia a parlare di ricerca spirituale, di religione, di misticismo. Mi trovo spesso a ricevere domande su questo argomento. Una volta avevo un atteggiamento negativo verso ogni domanda su Dio. Era facile rispondere con la ‘domanda del bambino' e mostrare l'inconsistenza di questa domanda. Però... però...'Perché, allora, tutto esiste invece che no?" mi ronzava nella testa.
La risposta data da certi Buddhisti (da certi Buddhisti) , risposta semplicemente negativa o basata sulla conoscibilità del mondo in cui viviamo in base alla semplice legge della causalità (Y esiste perché esiste X, X esiste perché esiste Z, Z esiste perché... ecc.) pur dando una risposta pragmatica e operativa, mi sembrava in qualche maniera insufficiente e poi, in ultima analisi, sembrava riportare, in fondo in fondo, alla causa teista: ‘C'è una causa ultima, origine di tutte le cause' (a cui però, inevitabilmente si riproponeva la ‘domanda del bambino: ‘ Se è una causa, qual è la sua causa?") . Un guazzabuglio, insomma. A questo la religione oppone il dogma del MISTERO. Ma mistero vuol dire qualcosa di cui non si può dire niente e invece si continua a dare un nome (DIO) personificando il mistero come entità e da questo nome sorgono tutta una serie di attributi che sono, altrettanto inevitabilmente, solo delle proiezioni della mente umana dovute alla paura della morte e alla credenza in un sé stabile. Questi attributi, che nella chiesa cattolica sono stati portati all'estremo, sono che essendo Dio il creatore di tutto , esso è nostro padre e se è nostro padre è buono ecc , ecc. , tutte cose insensate come dimostra facilmente la realtà spesso crudele, ingiusta e discriminatoria in cui viviamo. Ma anche restando agli assunti di base, la ‘domanda del bambino' pone una severa critica ad ogni asserzione.

Ma insomma, ho io una risposta a questo dilemma (Dio c'è; Dio non c'è?) . Sì, ho una risposta. La mia risposta viene dalla pratica meditativa dell'ACCETTARE, pratica che in una sola parola riassume in sé un metodo e un fine, eliminando il dualismo di molte pratiche religiose. ACCETTARE è la mia parola magica ed è una parola MISTICA perché in essa tutto è contenuto, domande e risposte. E' di una banalità assoluta come si conviene alla banalità del mondo e di una complicazione assoluta, come si conviene alla complicazione del mondo.

Sì, perché essa pone dei problemi. Pone il problema di indagare la realtà del mondo, le forze che lo muovono. Ma, come diceva il Buddha, il mondo è tutto in questo corpo nutrito con il cibo, alto tanto e durevole tanto: con questo volendo dire che non si può prescindere dal contatto dei sensi con la realtà fisica. Perciò occorre la VISIONE PROFONDA, visione che è basata sulla percezione del rapporto, dei CORRIDOI SENSORIALI che si creano fra i nostri sensi (ivi inclusa la mente) e il mondo.
Perciò:CONSAPEVOLEZZA, CONSAPEVOLEZZA, CONSAPEVOLEZZA > ACCETTARE, ACCETTARE, ACCETTARE. Perché non si può accettare ciò di cui si è inconsapevoli. La visione delle COSE COME SONO è, ancora una volta, sia metodo che scopo della meditazione di visione profonda (Vipassana) .
Ma se metodo e scopo coincidono (le cose come sono) , questo significa che NOI SIAMO GIA' DOVE VOGLIAMO ARRIVARE. E a questo punto, se già siamo dove dobbiamo andare, questo non ha più neanche bisogno di essere concettualizzato e neppure ha bisogno di un nome (Dio) . Anzi, sovrapporre un concetto alla realtà ultima è una vera e propria bestemmia (e proprio quelli che credono di essere più religiosi sono i massimi bestemmiatori) . LE COSE COME SONO, LA REALTA' COM'E' è tutto quello che c'è e che ci serve. Chiamiamolo IL TUTTO, se vogliamo. E non possiamo applicare alla realtà massima, ultima, concetti come quelli temporali (un prima in cui qualcuno ci creò) o un CHI. Sono concetti della mente umana e come tali vuoti e del tutto insufficienti.
Questa è la mia visione profonda. ACCETTARE COME REALTA' ULTIMA CHE NON C'E' UNA REALTA' ULTIMA nel senso che comunemente viene ascritto a questa parola ma che QUESTA REALTA' ULTIMA E', SEMPLICEMENTE, LA REALTA' ORDINARIA ( in un prossimo numero dimostrerò meglio questo basandomi sul cosiddetto tetralemma o catuskoti (pronuncia :*ciatuskoti) buddhista) . Voglio però mettere in guardia: Accettare le cose come sono non significa che non dobbiamo fare niente, perché il mondo convenzionale in cui viviamo è dualista e quindi crea discriminazione, conflitto e illusione. Accettare questo dualismo è necessario ma è anche insufficiente. La meditazione per vedere quello che c'è davvero (il Nirvana) si ripropone perciò come strumento necessario.

Abbiamo ripreso- ma quando abbiamo smesso?- la meditazione del sabato (ore 15,30) a S. Andrea di Compito, via della Torre 9. Come regola poi riprenderemo anche la pratica di un intensivo al mese, normalmente la prima domenica del mese. Il primo intensivo ci sarà questa domenica, 3 ottobre, dalle ore 9 alle 16,30 (con pausa pranzo e riposo 12,30-14,30). Chiunque è il benvenuto. Corsi e intensivi sono gratuiti.
Le sedute comuni di Meditazione si svolgono ogni sabato pomeriggio, dalle 15, 30 alle 16,30 circa, a S. Andrea di Compito (Lucca) - Via della Torre 9.
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CHIUNQUE E’ BENVENUTO
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