sabato 19 aprile 2008
Le parole che fanno bene - 1
Con ciò non voglio parlare di una mente suprema come fa qualcuno ma accennare al fatto che viviamo in un ‘campo’ mentale. La coscienza è una possibilità che esiste ovunque ve ne siano le condizioni. Poiché nel nostro mondo umano la coscienza ha bisogno di parole per esprimersi (anche quando usa altri linguaggi, ad es. quello corporeo), possiamo e dobbiamo riconoscere alla parola un potere importante. Con parola qui intendo anche il semplice pensiero.
Le parole possono fare bene o possono fare male. Quando siamo incentrati su una visione vasta, ‘spaziale’, della realtà, quando vediamo le forze all’opera in questa spazialità e le consideriamo tutte della stessa importanza, saremo in grado di comprendere la sofferenza e di volgerci verso il bene. Quando siamo incentrati su una visione dualistica della realtà, noi e gli altri per intenderci, saremo portati a privilegiare ‘noi’ sempre e comunque. Volgersi al bene è dunque vedere la sofferenza universale e cercare di cambiare per il meglio.
Usciamo ora da questo discorso generale ed entriamo nello specifico del nostro essere quotidiano. Esiste un ‘sé’ relativo, non assoluto, che vive, invecchia, scompare come tutte le cose in natura. Se questo fosse un ‘sé’ assoluto e indipendente da cause e condizioni, non vi sarebbe alcun cambiamento possibile e tutto sarebbe statico, fermo. Poiché invece questo sé è vuoto di sostanza intrinseca, che sia cioè indipendente da cause e condizioni ma anzi da queste è continuamente trasformato, esiste la via della trasformazione. Non si consideri alla leggera ciò che sto scrivendo: quello che voglio dire è che, poiché noi viviamo in un mondo di ‘mentazione’ (parola sconosciuta al vocabolario, credo) e di parola, abbiamo la possibilità di trasformare noi stessi e il mondo intorno a noi. Di essere più felici insomma.
Com’è possibile questo, sono chiacchiere, si dirà il lettore scettico. Ma proprio l’uso della parola (e della mente che vi sta dietro) può permetterci questo. Insomma la parola può avere un effetto taumaturgico e liberatorio. Non a caso in alcune tradizioni orientali il Buddha viene definito ‘il Grande Taumaturgo’.
La prima condizione per essere felici è l’accettazione delle cose come sono, il non urtarsi contro il corso naturale delle cose. Le parole che ci aiutano in questa accettazione critica e non fideistica sono “VI SONO CAUSE E CONDIZIONI PER QUESTO”. E’ vero, qualunque cosa succeda, vi sono state cause e condizioni per cui sia successa. Questo vale sia per il mondo in generale - dove la credenza nel sé e l’egoismo la fanno da padroni - che per la nostra situazione particolare: se anche, guardandoci dentro, ci facessimo letteralmente schifo, ebbene questa frase ci farebbe accettare il come siamo qui e ora, perché questa è la nostra fotografia attuale. Il processo cognitivo e di saggezza della meditazione è cioè ‘storico’. Noi siamo come la nostra ‘storia’ ci ha formati e nella nostra storia hanno avuto un peso importante le nostre predisposizioni e le condizioni che ci hanno determinato.
Le nostre stesse predisposizioni forse vengono da molto lontano, forse anche da vite precedenti; ad ogni modo anch’esse sono state modificate dalle condizioni storico-ambientali in cui si è vissuti. A questo proposito ricordo che poche sere fa, ad una cena tra amici e parlando di queste cose, la mia ex cognata Annamaria, ha detto, più o meno: “ Ma allora che fine fa l’autodeterminazione dell’individuo?”. Questa domanda è tipica del nostro ambiente influenzato dal Cristianesimo. Annamaria voleva dire: allora noi siamo, secondo la tua visione, completamente determinati dalle condizioni e non esiste libero arbitrio. Una risposta buddhista tipica è la ‘via di mezzo’. Siamo, sì, completamente determinati da altro ma nello stesso tempo esiste anche una possibilità di autodeterminazione, di liberazione. Questa possibilità non esiste nemmeno essa in assoluto, vi sono persone totalmente determinate dalle situazioni che vivono, vi sono persone che in questo momento non sono mature – lo saranno forse in seguito, ma esiste nella misura in cui l’uomo, nel suo essere sociale, sviluppa / ha sviluppato nei millenni una tendenza alla riflessione, alla coscienza della propria situazione e quindi una tendenza alla necessità del cambiamento.
Il potere taumaturgico della frase “Vi sono cause e condizioni per questo” sta nel fatto di riconoscere la storicità sia del mondo che del nostro essere. Con questo viene tolta ogni base di lamentazione: se il nostro essere qui ed ora è così, noi non ci possiamo fare niente se non accettare questa nostra fotografia attuale, perché le cose che viviamo vengono davvero da lontano. E se non ci possiamo fare niente, saremo in pace con le cose come sono. Saremo quindi felici o almeno relativamente felici.
Questo non significa che noi dobbiamo sempre restare come siamo. Proprio il ‘vedere’ come siamo davvero, a meno che non siamo completamente stolti, innesca la necessità del cambiamento. E sicuramente, se abbiamo questo tipo di consapevolezza, cambieremo in meglio. Così questa frase taumaturgica, che personalmente io mi dico dopo un po’ di tempo che ‘mi guardo’ in meditazione, ci permette di ‘accettare’ e di cambiare allo stesso tempo, senza eccessivi sforzi volontaristici e idealistici ma anzi gradualmente e dolcemente.
UN’ESPERIENZA NEL LATO NIRVANICO DELLA NOSTRA MENTE
Potete vedere e udire l'autrice di questo discorso su:
http://www.ted.com/index.php/speakers/view/id/203
Ringrazio Nicola Mei per avermelo segnalato. L'ho tradotto in quanto lo ritengo interessante per capire meglio certi aspetti della realizzazione.
Loriano , 4 Aprile 2008
12 March 2008
Stroke of insight: Jill Bolte Taylor on TED.com
Neuroanatomist Jill Bolte Taylor had an opportunity few brain scientists would wish for: One morning, she realized she was having a massive stroke. As it happened -- as she felt her brain functions slip away one by one, speech, movement, understanding -- she studied and remembered every moment. This is a powerful story of recovery and awareness -- of how our brains define us and connect us to the world and to one another. (Recorded February 2008 in Monterey, California. Duration: 18:44.)
Cominciai a studiare il cervello perché ho un fratello a cui è stato diagnosticato un disturbo mentale, la schizofrenia. E come sorella e come scienziato, io volli capire perché posso prendere i miei sogni, posso connetterli alla mia realtà, e posso fare realizzare i miei sogni --cosa ne è del cervello di mio fratello e della sua schizofrenia, perché egli non può connettere i suoi sogni ad un terreno di proprietà comune, la realtà condivisa, e così essi divengono invece inganni?
Quindi dedicai la mia carriera ad indagare sulle malattie mentali gravi. Mi trasferii dal mio stato dell' Indiana a Boston dove lavoravo nel laboratorio del Dott. Francine Benes, nel Reparto di Psichiatria di Harvard. E nel laboratorio, noi ci ponevamo la domanda: qual è la differenza biologica tra i cervelli di individui che sarebbero diagnosticati come normali in confronto ai cervelli di individui diagnosticati con schizofrenia, schizoaffettività, o disturbo bipolare?
Quindi noi essenzialmente stavamo riducendo a mappa il microcircuito del cervello, quali cellule stanno comunicando con quali cellule, con quali elementi chimici, e poi con quali quantità di questi elementi chimici. C'era quindi molto significato nella mia vita perché io stavo compiendo questo genere di ricerca durante il giorno. Ma poi di sera e nei fine-settimana io viaggiavo come un sostenitore di NAMI, l'Alleanza Nazionale per la Malattia Mentale.
Ma nella mattina del 10 dicembre 1996 io mi svegliai per scoprire che io personalmente avevo un disturbo al cervello. Un vaso di sangue esplose nella metà sinistra del mio cervello. E nel corso di quattro ore io guardai il mio cervello deteriorarsi completamente riguardo alla sua capacità di trattare le informazioni. Nella mattina dell'emorragia io non potevo camminare, parlare, leggere, scrivere o richiamare alcunché della mia vita . Io essenzialmente divenni un infante nel corpo di una donna.
Se avete mai visto un cervello umano, è ovvio che i due emisferi sono completamente separati l'uno dall'un l'altro. Ed io ho portato per voi un vero cervello umano. [Grazie.] [Nota di traduzione: questo è tratto da un video dove evidentemente viene effettuata questa azione ]
Così, questo è un vero cervello umano. Questa è la fronte del cervello, il retro del cervello con una corda spinale che pende in giù e questo è come sarebbe posizionato nella mia testa. E quando voi guardate il cervello, è ovvio che le due cortecce cerebrali sono completamente separate l'una dall' altra. Per quelli di voi che capiscono di computer,il nostro emisfero destro funziona come un microprocessore parallelo, mentre il nostro emisfero sinistro funziona come un microprocessore seriale. I due emisferi comunicano l'uno con l'altro attraverso il corpo calloso che è fatto di circa 300 milioni di fibre assonali (?). Ma, a parte questo, i due emisferi sono completamente separati. Perché essi trattano differentemente le informazioni, ogni emisfero pensa a cose diverse, essi si curano di cose diverse, e ,oserei dire, hanno personalità molto diverse. [Mi scusi. Grazie. È stato una gioia.]
Il nostro emisfero destro è tutto basato su questo momento presente. E' del tutto qui e ora. Il nostro emisfero destro pensa in immagini ed apprende kinesthetically (?) attraverso il movimento dei nostri corpi. Informazioni nella forma di energia irrompono simultaneamente attraverso tutti i nostri sistemi sensori, poi esplodono in questo collage enorme di quello che sembra questo momento presente. Ciò di cui questo momento presente profuma o di cui ha il gusto. Io sono un'energia che è connessa all'energia tutta intorno a me attraverso la coscienza del mio emisfero destro. Noi siamo esseri di energia connessi l'uno all'altro attraverso la coscienza dei nostri emisferi destri come una famiglia umana. E proprio qui, adesso, tutti noi siamo fratelli e sorelle su questo pianeta, qui per rendere il mondo un luogo migliore . Ed in questo momento noi siamo perfetti. Noi siamo interi. E noi siamo belli.
Il mio emisfero sinistro è un luogo molto diverso. Il nostro emisfero sinistro pensa linearmente e metodicamente. Il nostro emisfero sinistro è tutto basato sul passato, e è tutto basato sul futuro. Il nostro emisfero sinistro è progettato per prendere quel collage enorme del momento presente e poi comincia a scegliere dettagli e più dettagli e più dettagli su quei dettagli. Categorizza poi ed organizza tutte quelle informazioni. Le associa con tutto quello che abbiamo appreso nel passato e proietta nel futuro tutte le nostre possibilità. Ed il nostro emisfero sinistro pensa in un linguaggio. È quel continuo chiacchierio mentale che connette me ed il mio mondo interno al mondo esterno. È quella piccola voce che dice a me, "Ehi, devi ricordarti di prendere le banane durante il ritorno a casa, e mangiarle in mattinata." È quell'intelligenza calcolatrice che mi ricorda quando io devo lavare la mia biancheria. Ma forse più importante, è quella piccola voce che dice a me, "io sono. Io sono." Ed appena il mio emisfero sinistro dice a me "io sono", io divengo separato. Io divengo un solo individuo solido separato dal flusso di energia intorno me e separato da te.
E questa era la porzione del mio cervello che io ho perso nella mattina del mio infarto.
La mattina dell'infarto, io mi svegliai per un dolore martellante dietro il mio occhio sinistro. Ed era quel genere di dolore, dolore caustico che provi quando mordi un gelato. Ed esso subito mi afferrò e poi mi rilasciò. Poi di nuovo mi afferrò e poi mi rilasciò. Ed era molto insolito per me sperimentare un genere di dolore, così io pensai: OK, comincerò la mia routine normale. Quindi mi alzai e saltai sopra il mio cardioglider che è una macchina per esercizio fisico intenso. Ed io sto bloccandomi su questa cosa, ed io sto comprendendo che le mie mani sembrano artigli primitivi che afferrano la sbarra. Io pensai : "Questo è molto strano" , guardai giù al mio corpo e pensai, "whoa, io sono una ‘cosa' di aspetto strano". Ed era come se la mia coscienza si fosse spostata via dalla mia percezione normale della realtà, dove sono la persona sulla macchina che ha l'esperienza , ad un po' di spazio esoterico dove io sto osservando me stesso avere questa esperienza.
Ed era tutto molto particolare ed il mio mal di testa stava divenendo solo peggio, così io scendo dalla macchina, e sto camminando attraverso il mio pavimento di soggiorno, e comprendo che ogni cosa dentro mio corpo si è rallentata. Ed ogni passo è molto rigido e molto intenzionale. Non c'è fluidità nel mio ritmo, e c'è questa compressione nella mia area di percezioni così io mi sono concentrata solo sui miei sistemi interni. Ed io sto in piedi nel mio bagno, pronta ad entrare nella doccia e davvero potei sentire il dialogo dentro il mio corpo. Io sentii una piccola voce dire, "OK , muscoli, contraetevi, muscoli rilassatevi."
Ed io perdo il mio l'equilibrio e vengo sbattuta contro il muro. Guardo in giù al mio braccio e comprendo che non posso definire più i confini del mio corpo. Io non posso definire dove io comincio e dove io finisco. Perché gli atomi e le molecole del mio braccio si sono mescolati con gli atomi e le molecole del muro. E tutto ciò che io potevo sentire era questa energia. Energia. E mi sto chiedendo: " Che c'è di sbagliato in me, cosa sta succedendo?" Ed in quel momento, il discorsio del mio cervello , il rumore dell'emisfero sinistro del mio cervello divenne totalmente silenzioso . Proprio come se qualcuno avesse preso un telecomando e avesse spinto il bottone'muto' --silenzio totale.
E all'inizio io fui scioccata nel trovarmi in una mente silenziosa. Ma poi immediatamente fui incantata dalla magnificenza di energia intorno a me. E poiché io non potevo identificare più i confini del mio corpo, io mi sentii enorme ed espansiva. Io mi sentii tutt'una con tutta quella energia che c' era, ed era bello là.
Poi all'improvviso il mio emisfero sinistro ritorna on-line e mi dice , "Ehi! Abbiamo un problema, abbiamo un problema, abbiamo bisogno di qualche aiuto." Quindi è come, OK, OK, abbiamo un problema, ma poi, immediatamente, andai di nuovo alla deriva fuori dalla coscienza, ed io mi riferii affettuosamente a questo spazio come la Terra di 'La-la'. Ma era bello là. Immaginate come sarebbe essere totalmente sconnessi dal discorsìo del vostro cervello che vi connette al mondo esterno. Quindi qui io sono qui in questo spazio ed ogni stress riferito a me, al mio lavoro, è andato. E mi sentii più leggera nel mio corpo. Ed immaginate tutte le relazioni nel mondo esterno ed i molti fattori stressanti riferiti ad alcune di quelle, erano svaniti. Io sentii un senso di pace. Ed immaginate come ci si sentirebbe a perdere 37 anni di bagaglio emotivo! Io sentii euforia. L'euforia era bella--e poi il mio emisfero sinistro viene on-line e dice "Ehi! Devi prestare attenzione, dobbiamo trovare aiuto", ed io sto pensando, "Devo trovare aiuto, Devo concentrarmi". Quindi esco dalla doccia , mi vesto meccanicamente e sto passeggiando per il mio appartamento, e sto pensando, "Devo andare a lavorare, devo andare a lavorare, Posso guidare? Posso guidare? "
Ed in quel momento il mio braccio destro divenne totalmente paralizzato al mio fianco. Ed io compresi, "Oh ,mio dio! Sto avendo un infarto! Sto avendo un infarto! " E la prossima cosa che il mio cervello mi dice è, "Wow! Questo è così fico. Questo è così fico. Quanti scienziati del cervello hanno l'opportunità di studiare il loro proprio cervello dall'interno? "
E poi attraversa la mia mente: "Ma io sono una donna molto occupata. Io non ho tempo per un infarto! " Quindi è come, "OK, io non posso fermare l'infarto dall'accadere così io farò questo per una settimana o due, e poi io ritornerò alla mia routine, OK."
Quindi io devo chiamare aiuto, devo chiamare il mio posto di lavoro. Io non potevo ricordare il numero di lavoro, così io ricordai che, nel mio ufficio, avevo una scheda di impegni col mio numero su . Quindi vado nella mia stanza di affari ed estraggo un pila alta tre pollici di schede di impegni. Sto guardando in cima alla scheda , e quantunque io potessi vedere chiaramente con l'occhio della mia mente quello che sembrava la mia scheda di impegni, io non potevo dire se questa fosse la mia scheda o no, perché tutto ciò che potevo vedere erano pixels (puntini). Ed i pixels delle parole si mescolavano coi pixels dello sfondo ed i pixels dei simboli, ed io non potevo dire niente. Ed avrei dovuto aspettare quello che io chiamo un'onda di chiarezza. Ed in quel momento, io sarei stata capace di riattaccarmi alla realtà normale ed avrei potuto dire, quella non è la scheda, quella non è la scheda, quella non è la scheda. Mi occorsero 45 minuti per scendere di un pollice in quella pila di schede.
Nel frattempo, per 45 minuti l'emorragia sta divenendo sempre più grande nel mio emisfero sinistro. Io non capisco numeri, io non capisco il telefono, ma è l'unico piano che io ho. Quindi io prendo il blocco del telefono e lo metto proprio qui, prendo la scheda di affari, la metto proprio qui, e sto assimilando la forma degli scarabocchi sulla scheda alla forma degli scarabocchi sul blocco del telefono. Ma poi io vado alla deriva di nuovo fuori nel paese di La-La, e non ricordo, quando ritorno, se io già avessi composto quei numeri.
Quindi io dovevo maneggiare il mio braccio paralizzato come un ceppo, e contrassegnare i numeri man mano che li scorrevo e li pigiavo, così che una volta tornata alla realtà normale io sarei stata capace di dire, sì, io già ho composto questo numero. Infine tutti i numeri furono composti, ed io sto ascoltando il telefono, ed il mio collega alza il telefono e mi dice , "Whoo ,woo, wooo, woo, woo, woo" [ risata] Ed io penso tra me, "Oh mio dio, sembra un cane da riporto ! " E così gli dico, chiaramente nella mia mente io dico a lui: "Questa è Jill! Ho bisogno di aiuto! " E ciò che viene fuori dalla mia voce è"Whoo ,woo, wooo, woo, woo." Io sto pensando, "Oh mio dio, sembro un cane da riporto." Quindi io non potevo sapere, io non seppi che io non potevo parlare o capire il linguaggio finché io non tentai.
Quindi lui riconosce che io ho bisogno di aiuto, e mi trova aiuto. Ed un po' più tardi, io sto correndo in un'ambulanza da un ospedale attraverso Boston fino al Mass General Hospital. E mi arriccio in una piccola palla fetale. E proprio come un pallone con solo gli ultimi residui d'aria , proprio fuori del pallone io sentii la mia energia alzarsi e sentii la resa del mio spirito. Ed in quel momento io seppi che io non ero più il coreografo della mia vita . E, o i dottori salvano il mio corpo e mi danno una seconda opportunità di vita o questo forse era il mio momento di transizione.
Quando mi svegliai più tardi quel pomeriggio, fui scioccata nello scoprire che ancora ero viva. Quando io sentii la resa del mio spirito, dissi ciao alla mia vita, e la mia mente ora è sospesa tra due piani molto opposti della realtà. La stimolazione che entra attraverso il mio sistema sensorio entra come dolore puro. La luce scottava il mio cervello come fiamma e i suoni erano così forti e caotici che io non potevo estrarre una voce fuori dal rumore di fondo e volevo solo scappare. Poiché io non potevo identificare la posizione del mio corpo nello spazio, io mi sentii enorme e grandiosa, come un genio appena liberato dalla sua bottiglia. Ed il mio spirito volò in alto gratuitamente come una grande balena che scivola attraverso il mare di una euforia silenziosa. Armonico. Ricordo di aver pensato che non c'è modo di comprimere di nuovo l'enormità di me in questo piccolo, piccolo corpo.
Ma compresi: "Ma io sono ancora viva! Io ancora sono viva ed ho trovato il Nirvana. E se io ho trovato il Nirvana e ancora sono viva, allora ognuno che è vivo può trovare il Nirvana." Io mi dipingo un mondo riempito con le belle, pacate, compassionevoli, amorose persone che avessero saputo di poter venire a questo spazio in ogni momento. E che esse potessero scegliere intenzionalmente di avanzare a destra del loro emisfero sinistro e trovare questa pace. E poi mi resi conto di quale regalo tremendo questa esperienza potrebbe essere, che colpo di insight questo potrebbe essere su come noi viviamo le nostre vite. E questo motivò la mia ripresa.
Due settimane e mezza dopo l'emorragia, i chirurghi entrarono (nel cervello) e rimossero un grumo di sangue della grandezza di una palla da golf che stava spingendo sui miei centri del linguaggio. Qui io sono con mia mamma che è un vero angelo nella mia vita . Mi occorsero otto anni per recuperare completamente.
Quindi chi siamo? Noi siamo il potere della forza vitale dell'universo, con destrezza manuale e due menti cognitive. E abbiamo il potere di scegliere, momento per momento chi e come vogliamo essere nel mondo. Proprio qui e adesso io posso avanzare nella coscienza del mio emisfero destro dove noi siamo --io sono-il potere della forza vitale dell'universo, e il potere della forza vitale dei 50 bilioni di bei geni molecolari che costituiscono la mia forma. Questo è un tutt'uno. O io posso scegliere di avanzare nella coscienza del mio emisfero sinistro. dove io divengo un singolo individuo, un solido, separato dal flusso, separato da voi. Io sono il Dott. Jill Bolte Taylor, intellettuale, neuroanatomista. Questi sono i "noi" dentro di me.
Quale scegliereste? Quale scegliete? E quando? Io credo che più tempo noi passiamo scegliendo di percorrere il circuito di pace interno e profondo del nostro emisfero destro, più pace noi proietteremo nel mondo e più pacifico il nostro pianeta sarà. Ed io pensai che era un' idea degna di essere diffusa.
UN BREVE COMMENTO:
Questo testo mi sembra molto significativo. Forse l'autrice è buddhista, forse no (ma l'accenno all'idea di Nirvana lo farebbe pensare) ad ogni caso quello che trovo interessante è il fatto che una volta fatto tacere-volente o nolente- il lato sinistro della mente, si perda ogni dualismo: non esiste più un sé, un io e un mio, ma un tutto, una massa di energia di cui facciamo parte. Questo mi ha riconnesso a un problema sulla natura del Nirvana: alcuni- in particolare la tradizione Theravada- lo vedono come una quasi dimensione separata, invece da questa esperienza possiamo rilevare come la fine del discorrere mentale porti in contatto con la vera realtà, un campo di energia appunto. Quindi Nirvana e samsara non sono due realtà separate. Ciò è ben rappresentato dal discorso di Nagarjuna:" Non vi è alcuna differenza fra Samsara e Nirvana....".
La differenza è solo di interpretazione, potremmo dire, realtà assoluta e realtà corrente sono la stessa cosa (le cose come sono stra-citato) , non vi è niente da raggiungere, siamo già dove dovremmo essere.
Questo è davvero interessante e fa capire come ogni dualismo sia fuori luogo.
______________________________________
CHIUNQUE E’ BENVENUTO
______________________________________
Visit the Kungfu site "Wudang Baguazhang"
http://wudangbaguazhang.altervista.org/