(Continuazione dal numero precedente)Trasferiamo l'uso del tetralemma, nella sua forma positiva, all'idea di Dio.DIODio esiste (E)Dio non esiste (N)Dio sia esiste che non esiste (EN)Dio né esiste né non esiste (NN)E) [=Esiste] Questa affermazione è sottoposta alla ‘domanda del bambino'. Se Dio esiste, chi lo ha fatto? E se c'è qualche altra entità che lo ha fatto, chi ha fatto questa seconda entità? E così via, in un infinito regresso.N) [ = Non esiste] . Anche quest'affermazione è difficile da accettare. L'universo o tutto, esiste, è un dato di fatto, e questo fa pensare a una creazione da parte di qualche entità. Ma questo è assurdo, vedi E qui sopra.EN) L'affermazione che Dio esiste e non esiste allo stesso tempo ci sembra assurda.NN) L'affermazione che Dio né esiste né non esiste ci sembra ugualmente assurda.Le prime due affermazioni fanno parte della logica aristotelica e corrispondono al modo di pensare della realtà convenzionale in cui viviamo. Logiche come sono, pure ci appaiono estreme. Sono quelle che portano all'intolleranza, sia da una parte che dall'altra, che portano alle guerre e al fondamentalismo in generale sia religioso che ateo. Nella loro apparente concretezza ci parlano di fantasmi: Dio c'è, Dio non c'è. Questo è il dualismo che esiste nella logica ‘normale' . Può questo dualismo dare una chiave di lettura riguardo a (chiamiamolo così per convenzione) l'esistente? Non pare.Le ultime due affermazioni sono altrettanto assurde come le prime ma su un piano diverso. La loro logica non è più aristotelica ma, diciamo così, mistica. Nella loro assurdità incomprensibile esse si pongono in una via di mezzo ineffabile cioè inesprimibile, dando un'intuizione apofatica, negativa, silenziosa, di qualcosa che non può essere espresso razionalmente. E' la logica del mistico, è una logica anch'essa, non è tuttavia la logica che usiamo tutti i giorni. E' la logica del Madhyamaka o Via di Mezzo. In questa logica si situa tutto ciò che nella realtà ordinaria appare contraddittorio e paradossale, tutto ciò che riporta all'unificazione degli opposti.Da quanto esposto sopra si può capire l'importanza della cetovimutti o liberazione della mente. Poiché tutte quattro le affermazioni sono assurde, tutte quattro vanno rifiutate. Altrimenti non vi sarebbe liberazione e la mente rimarrebbe ingombra con qualche tipo di ciarpame, sia pure sottile. Pure, pure... pure è indubbio che la posizione apofatica, silenziosa, negativa di EN, NN,, è quanto di più vicino esista all'intuizione mistica. Essendo però anche EN e NN delle affermazioni, anch'esse vanno abbandonate, e questa è la logica madhyamika. Nagarjuna, seguendo fedelmente ed elucidando il sentiero del Buddha, illustrò il Sentiero di Mezzo mostrando come ogni affermazione sia erronea, in sé contraddittoria, logicamente non difendibile e quindi da abbandonare. Egli non esitò a distruggere pure le idee (idee) sul Buddha e sul Nirvana e a dimostrare così la loro intenibilità. Con ciò si spiega quello che a volte dico in conversazione: che cioè il Buddhismo è l'unica religione suicida nel senso che è l'unica che giunge a negare se stessa.CONCLUSIONE. Apparentemente tutto questo può sembrare una speculazione filosofica. In realtà esso è un derivato dalla pratica meditativa dove ci si accorge che si sta pensando e che tutto questo pensare è un ciarpame che ingombra, sporca la mente. Quello che non capiscono molti è che anche il pensare spirituale è puro ciarpame. Si può usare il ragionamento per distruggere questo ciarpame ed è quello che faccio in queste note. La creazione di giudizi e punti di vista, tipica del mondo convenzionale dove ha anche una sua necessità, non può avere nulla a che fare con la mente pura, purificata, resa libera. L'entrata in contatto con l'assoluto può avvenire solo quando il vuoto (della mente) entra in contatto con il vuoto (del mondo) . L'entrata in contatto con l'assoluto può avvenire solo quando si entra in contatto vero (cioè privo di idee, preconcetti, eredità varie del passato sia personale che storico) con il non-assoluto che è la vita di tutti i giorni. Da qui l'importanza che il Buddha e Nagarjuna hanno dato all'eliminazione dei punti di vista. E questo dobbiamo farlo anche nella vita quotidiana. Poiché però nella vita quotidiana i punti di vista e i giudizi sono talvolta necessari e ci vengono richiesti dal mondo, dobbiamo almeno renderci conto che stiamo esprimendo punti di vista, non verità assolute. E questo richiede che cosa? CONSAPEVOLEZZA, CONSAPEVOLEZZA, CONSAPEVOLEZZA. D'altra parte arrivare alle cose come sono, a una visione pacificata con esse, richiede ACCETTAZIONE, ACCETTAZIONE E ACCETTAZIONE. Le cose come sono sono già qui. Si tratta solo di non negarle ma di accettarle. In questo senso tutte le ricerche spirituali e tutti i turismi spirituali sono ridicoli.
sabato 11 dicembre 2010
Non dare nomi a dio
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