Cerco di tenermi alla larga dalle discussioni metafisiche ma sempre più incappo in persone che mi fanno dichiarazioni assolutiste, convertitiste o comunque metafisiche. E' davvero un bisogno umano, creare idee rassicuranti. Per conto mio a volte mi diverte lasciarmi coinvolgere. E' un gioco.
Stamani arriva un amico che non vedevo da un po' e mi dice che da qualche tempo, pur non credente, frequenta il gruppo valdese di Lucca. Mi parla di loro e mi dice che, al contrario della Chiesa cattolica, loro pensano che conta solo il rapporto personale con Dio. Ho conosciuto io stesso un professore valdese e avevo stima di lui; ho visto anche di recente le loro posizioni riguardo la scena politica nazionale e mi sono piaciute abbastanza. Mi sembrano, fra i gruppi religiosi teisti, senz'altro fra i più onesti e meno compromessi con il potere. Questo mio amico mi parlava della loro visione religiosa e ad un certo punto, pur ascoltando con attenzione, mi sono sentito di dire la mia. Un inciso: in questi ultimi tempi non ho più fatto la news per vari motivi: una certa stanchezza di scrivere - scrivere una news fra una cosa e l'altra mi porta via un paio d'ore. La consapevolezza di fare il grillo parlante. La consapevolezza di un discorso difficile che non passa nelle coscienze. La consapevolezza che sempre più la gente invecchia e, invecchiando, si rivolge alle varie metafisiche. E' come la critica ai giovani. "I giovani di oggi sono dei fannulloni, non hanno più rispetto di nulla, non hanno più alcun valore...". Questo discorso, così sintetizzato, sapete chi lo faceva? Anche se è un discorso ricorrente (qualcuno scrive libri su un presunto ‘nichilismo' dei giovani come se questa fosse una categoria uniforme), bene, dicevo, questo discorso viene più o meno così riportato in una tavoletta cuneiforme del tempo di Hammurabi di Babilonia. Allora cos'è cambiato? Quando lo sento fare, io invariabilmente dico al mio interlocutore: ‘Non sarà che sei tu che stai invecchiando?' In fondo ogni generazione ha sempre detto queste cose della generazione successiva. Mancanza di valori (sic!). Come se vi fossero valori assoluti, eterni.
Ma torno al discorso di stamani, poiché è invecchiando, vedendo la morte all'orizzonte, come dico io, che anche i presunti atei si gettano nella metafisica. Allora dico al mio amico: "Ma anche costoro che parlano di un rapporto personale con Dio o come lo vogliamo chiamare....Mi dici che credono in Dio, ok. Ma che cos'è Dio? C'è una bella frase del famoso mistico del ‘300, Meister Eckhart, che dice: ‘Prego Dio che mi liberi da Dio'. Io concordo con lui, ma non è che Eckhart fosse ateo, anzi, era una specie di dottore della Chiesa di quel tempo, ma il fatto è che aveva capito che non si può nominare la perfezione se non facendone inconsciamente un ritratto grottesco. In fondo quando si dice Dio noi in qualche maniera vediamo un vecchio vestito con grossi panni con un gran libro eccetera... Nel migliore dei casi pensiamo a Dio come un essere impersonale con cui possiamo entrare in rapporto o tramite una chiesa o individualmente. Ma che vuol dire entrare in rapporto con qualcuno? Vuol dire poter interrogare e rispondere, una relazione. Ma l'idea di Dio o della divinità o che altro è implicitamente quella della perfezione e la perfezione non può trovarsi in un essere. E la perfezione, per essere assoluta, deve comprendere tutto, ma proprio tutto, bene e male compresi. E inoltre la perfezione non può avere una volontà discriminatoria, che sceglie. Si sceglie quando c'è imperfezione, perché c'è da cambiare qualcosa. Ma se c'è da cambiare qualcosa vuol dire che quello che si era creato era imperfetto, il che mostra già una contraddizione micidiale. Un dio perfetto costretto a scegliere. Il popolo eletto, per esempio, è un'idea del tutto assurda se non ridicola in questi termini.
Se l'idea di un dio, chiamiamolo così per comodità tecnica, è la perfezione, egli non può avere nessuna relazione con noi. Nel senso che non può dialogare con noi, non può accedere alle nostre preghiere. Perché? Perché sarebbe imperfetto, sarebbe imperfezione per lui intervenire a modificare qualcosa. Tutto è perfetto nell'idea di Assoluto. E questa perfezione comprende tutto: il bene, il male, l'amore, l'odio, la pedofilia, l'omicidio.... Un dio perfetto che entra in rapporto con qualcuno o qualcosa vuol dire che modifica qualcosa: un rapporto, una relazione, implica sempre la modifica di qualcosa, anche fosse solo di qualche virgola del mondo. Ma una qualsiasi modifica da parte di un essere perfetto lo denuncia come imperfetto! E' un dio da operetta. Allora io concordo con Laozi quando dice: il Dao che può essere nominato non è il vero Dao. Sostituisci Dio a Dao e ...Concordo con Wittgenstein: ‘Di quello di cui non si può parlare bisogna tacere'.
"Ma anche tu ricadi in questo, nel parlare di quello di cui si deve tacere".
"Sì, per comodità tecnica, uso anch'io questi termini, dio ecc. , ma non sono io a creare questa immagine di Dio. Sono proprio quelli che credono in Dio a bestemmiarlo, a ridurlo a un fantoccio. Si crea questo ectoplasma, che esiste solo nella loro mente, e gli si attribuiscono tutta una serie di qualità - UMANE. Così dio è vendicativo, nella Bibbia. Dio è buono, nel Vangelo. Tutto ciò è limitante, è ridicolo. Se si deve proprio dare un'idea del più vecchio quesito filosofico dell'umanità - perché tutto questo esiste invece che no, bisogna tornare a dire: di quello di cui non si può parlare si deve tacere. Ci può essere un rapporto tra quello che è assoluto e quello che è minimo e inadeguato anche solo a livello di comprensione e espressione quali siamo noi? Se c'è un rapporto può esservi solo un rapporto di contenenza, nel grande è compreso il piccolo, come una goccia è compresa nel mare, ma non di comunicazione. Allora dio, se vogliamo usare questo termine, dio, non si può credere in dio, è un assurdo, perché se dio è tutto è anche questa pietra, è lo spazzolino del cesso, insomma è il tutto, è un rapporto di contenenza, non di comunicazione. In questa grande imperfezione, tutto è perfetto, il bene, il male... ma allora che senso ha anche soltanto parlare di dio, credere in dio? Se proprio volessimo darci un'idea, potremmo pensare alla vita, al fluire che so... ma c'è bisogno di credere nel vivere, nel fluire? No di certo, queste cose vanno avanti da sole, non hanno alcun bisogno di un'interazione con noi. Chi crede in Dio è semplicemente un tifoso... ma un tifoso di cosa, poi? Se dio è l'assoluto e tutto è compreso in lui, si può tifare a favore di una parte contro una sua parte?!? E i cosiddetti libri sacri dicono solo delle corbellerie SCRITTE DAGLI UOMINI per i propri interessi: come quando si legge nella Bibbia che Dio fece passare a fil di spada dal suo ‘popolo eletto' tutti gli abitanti di una città filistea, donne, vecchi e bambini e credo anche animali!!! Così è vero quello che ha scritto qualcuno. Che le uniche informazioni valide che ci possono dare i ‘libri sacri' sono quelle sui loro compilatori.
E' questa una critica religiosa? Sì, poiché sbarazzare la mente da tutte le idee assurde significa purificarla, entrare in sintonia con il tutto così com'è, accettare....
lunedì 21 giugno 2010
IL BISOGNO DI METAFISICA
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