di Loriano Belluomini
"Prendo rifugio nella vacuità di tutti i fenomeni e di tutti i concetti ...."
SCONFITTA.
A tredici anni dal 1995, quando ebbi un'esperienza meditativa ultramondana di liberazione sia pure momentanea, mi capita di fare un bilancio. Il senso (terreno) di questo bilancio è appunto questo: sconfitta!
Quell'esperienza (di cui potrete tovare traccia diaristica in uno degli articoli intitolati ‘Esperienze'), esperienza che può essere condensata in un senso di LIBERAZIONE dalla paura, di libertà da ogni vincolo, laccio o timore terreno e dal senso che ‘TUTTO E' IMPORTANTE, NIENTE E' IMPORTANTE', fu ciò che mi spinse a iniziare con grande forza questa pratica meditativa di gruppo. Sotto la spinta di quell'entusiasmo vi fu all'inizio una notevole partecipazione alla pratica meditativa, PARTECIPAZIONE CHE SI E' ANDATA SEMPRE più RAREFACENDO in corrispondenza a un parallelo cambiamento nella società (a conferma che tutto avviene determinato da cause e condizioni). In quel periodo vi era una notevole effervescenza culturale e mentale che faceva vedere i limiti del pensiero tradizionale e apriva verso esperienze e modi di pensare diversi. Vi era in molti una ricerca che andava oltre i limiti angusti del pensiero occidentale tradizionale e faceva scoprire che potevano esistere altri orizzonti della mente. Un pensiero come quello buddhista che appariva così eccentrico (nel senso di fuori-centro) rispetto alla tradizione dualista cristiano-ebraico-musulmana appariva degno di essere preso in considerazione. Anche per questa apertura mentale si potrebbe stabilire nell'11 Settembre 2001 la fine di un'epoca. Con l'11 Settembre, con l'irruzione del cosìddetto terrorismo islamico sulla scena internazionale (dico cosìddetto non perché non si tratti di terrorismo ma perché si subisce altrettanto terrorismo quando si viene bombardati a casaccio o volontariamente in Afganistan - ma qui, con sottile distinzione, si parla di ‘danni collaterali' [sic!] ) con l ‘attacco alle Torri Gemelle, dicevamo, si è andati a una radicalizzazione dualistica dello scontro millenario fra Oriente e Occidente (o forse dovrei dire fra sfruttati e sfruttatori - in senso globale, s'intende). In questo scontro dualistico la parte più sfruttata da secoli, quella orientale, ha fatto valere come arma il proprio pensiero religioso, creando una polarizzazione fra Islamici e non Islamici. In questa polarizzazione si sono gettate le forze più reazionarie e retrive a livello mondiale, trascinando con sé si può dire tutti quanti. Perfino nel nostro paese, dove si andava affermando gradualmente una liberazione dall'ideologia religiosa (ideologia intesa come ‘falsa coscienza'), sull'onda di questa bipolarizzazione si è creato uno schieramento dove perfino forze con tratti neo-pagani (si pensi alla Lega) si ergono a difensori del Cristianesimo. Allo stesso tempo si è assistito a una perdita di tratti democratici della nostra società che sembra andare verso un nuovo principato.
Per questo parlo di sconfitta. Non sconfitta mia (io certamente ne partecipo) ma sconfitta di un'epoca di apertura mentale, di un'epoca che si volgeva verso la liberazione. Sconfitta di tutti coloro che si sono ripiegati su se stessi - o che non hanno mai trovato il coraggio di uscire dai condizionamenti. Sconfitta anche mia: non sono riuscito a far passare quello che è il senso della liberazione persino tra le persone che mi stavano più vicino. Sconfitta anche mia, difficoltà di un discorso che non promette nulla perché vede in tutto ciò che promette, in tutto ciò che affascina (si vedano le varie fascinazioni delle madonne che piangono o di nuovi predicatori , dal defunto Osho a vere e proprie cricche semigangsteristiche come Scientology) una forma di afferramento, di desiderio-afferramento che fa riferimento e diviene nutrimento per una visione del sé, per una riaffermazione nascosta dell'ego. Sconfitta anche mia poiché anch'io mi sento partecipe e coinvolto da quest'epoca di cambiamenti e trasformazioni.
C'è bisogno di un ripensamento. Dobbiamo, innanzitutto, ricominciare a vedere quella che è la prima Nobile Verità. Si soffre, c'è sofferenza, c'è insoddisfazione. Io lo vedo in me, mi accorgo della sofferenza che viene dall'attaccarsi, dall'identificarsi con qualcosa: con posizioni politiche, ad es., o con situazioni personali. NESSUNA FELICITA' PUO' SORGERE DA QUESTO.
Solo l'osservarsi attento, introspettivo, lo smettere di identificarsi, la rinuncia alle ossessioni, anche alle più ‘nobili', può permettere di uscire da questa macchina creatrice di sofferenza. Lo dico pensando a me, lo dico soprattutto per le persone che mi sono vicine o mi sono state vicine. Lo dico per tutti. Partecipare allo scontro, agli scontri che vengono dall'attaccamento, non può portare a nulla di positivo. Può creare solo insoddisfazione, sofferenza. Il Buddha lo enunciò chiaramente: il mio scopo, disse in sostanza, non è fondare una religione o assumere un qualsiasi punto di vista, politico o religioso. Il mio scopo, egli disse, è aiutare tutti gli esseri ad uscire dalla sofferenza!
L'origine della sofferenza, la seconda nobile verità, è appunto l'attaccarsi a qualcosa, sia emotivo, sia intellettuale. Questo attaccarsi viene dal fatto che presupponiamo un sé stabile, un ‘io' che invece non esiste, è transitorio. Dobbiamo vedere, dobbiamo vederci, dobbiamo portare una critica al nostro attaccarci e all'idea di un sé stabile, di qualcosa di stabile in questo universo. Vediamo che tutto muta, tutto sorge e scompare, tutto è transitorio. Dobbiamo davvero prendere rifugio NELLA VACUITA' DI TUTTI I FENOMENI E DI TUTTI I CONCETTI.
Tutti i fenomeni sono privi di sostanza stabile, di realtà intrinseca: anche la nostra vita è questo, un atto dinamico, un passare. Tutti i concetti sono questo, privi di sostanza stabile, determinati da cause e condizioni. E questo è davvero mistico, SI RIFERISCE A TUTTO IL NOSTRO ORIZZONTE MENTALE, NULLA ESCLUSO. PER FORTUNA ANCHE A QUESTO CONCETTO DI SCONFITTA. Infatti c'è sconfitta se esiste vittoria, ma questo è un dualismo, inaccettabile. Vedere e accettare che cause e condizioni impediscono alle persone di svegliarsi ed essere libere significa superare il dualismo di sconfitta-vittoria. E questo è un esempio di come la visione non-dualista aiuti a superare l'insoddisfazione e la sofferenza che provengono dal modo convenzionale di pensiero.
(Scritto pensando a qualcuno in particolare...)